Mentre all’interno della Striscia di Gaza la devastazione di edifici e terreni coltivabili procede e il conto delle vittime non accenna a rallentare, l’esercito israeliano consolida il controllo delle aree perimetrali dell’angusto fazzoletto di terra, impiantandovi basi militari e infrastrutture nell’ambito di un’operazione che sembra puntare al prolungamento a tempo indeterminato dell’occupazione. Parallelamente, le forze armate israeliane continuano a bersagliare obiettivi in Libano, Siria e addirittura Iran, confidando sul supporto incondizionato degli Stati Uniti. Il cosiddetto Asse della Resistenza, dal canto suo, reagisce contestualmente a una strategia di logoramento intesa a sconfiggere Israele per consunzione. Quanto ancora può reggere questa situazione? Cerchiamo di comprenderlo assieme ad Alberto Bradanini, ex ambasciatore d’Italia a Teheran e Pechino, saggista e presidente del Centro Studi sulla Cina Contemporanea.
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