Mentre Israele si prepara a sferrare la contro-rappresaglia contro l’Iran, implicante possibili attacchi contro le infrastrutture petrolifere del Paese, il commissario per l’energia dell’Unione Europea Kadri Simson ha dichiarato che le consegne di gas naturale russo verso i Paesi membri della struttura comunitaria sono state «significativamente più alte» rispetto a quelle previste dai contratti a lungo termine tuttora in vigore. I volumi di gas che transitano attraverso la conduttura Turkstream potrebbero rivelarsi più alti nel 2024 rispetto allo scorso anno, ha precisato Simson, secondo cui vi sarebbe stata una discussione molto intensa tra le autorità competenti dell’Unione Europea per invertire questa tendenza. I dati attestano inoltre un incremento delle forniture di Gnl russo, mentre secondo alcune indiscrezioni Putin e Erdoğan avrebbero in programma di discutere la definizione di un progetto volto alla creazione di un hub del gas in Turchia in occasione del vertice dei Brics di Kazan, a cui il Paese partecipa in qualità di aspirante membro. Parliamo di tutto questo assieme a Demostenes Floros, analista geopolitico ed economico, saggista e docente a contratto presso il Master in Relazioni Internazionali d’Impresa Italia-Russia presso l’Università di Bologna. Dal 2019 è Senior Energy Economist presso il Centro Europa Ricerche (Cer) ed è coordinatore del corso di geopolitica organizzato dall’Università aperta di Imola, giunto ormai alla tredicesima edizione (https://www.univaperta.it/corso/geopolitica/).
Trending
- La grande ammucchiata “progressista”
- L’incredibile predicozzo di Draghi
- Stati Uniti d’Europa e difesa comune: illusioni, menzogne e affari
- Riarmo e finanza, il lugubre messaggio di Merz: «la Germana è tornata» | Roma scene di una civiltà terminale
- Il tracollo ucraino a Kursk
- Scacco matto per l’Ucraina (Parte II)
- Nessuno in Occidente ascolta Putin (Parte I)
- Verso una tregua in Ucraina?