La Germania sta affondando. Nel periodo gennaio-settembre, Mercedes ha registrato un calo degli utili del 50% su base annua, con un aggravamento della tendenza negativa registrato nell’ultimo trimestre. Volkswagen, invece, ha annunciato una perdita operativa di 1,3 miliardi nel terzo trimestre di quest’anno, imputata soprattutto ai risultati catastrofici realizzati dalla sua controllata Porsche. La caduta verticale dei flussi di cassa, hanno rilevato i vertici della casa automobilistica, impedisce la produzione di nuovi modelli.
Il crollo del settore automobilistico (-18,5% ad agosto su base mensile) ha trascinato con sé l’intera produzione industriale tedesca, diminuita ad agosto del 4,3% rispetto al mese precedente. Si tratta del calo più consistente mai registrato dallo scoppio del conflitto russo-ucraino.

Le cause principali vengono generalmente individuate nelle implicazioni del cosiddetto “Green Deal”, nella crescente disfunzionalità delle catene di approvvigionamento (in particolare per quanto riguarda i chip), nella debolezza nel mercato cinese, nei dazi imposti dall’amministrazione Trump e nella scarsa attrattività dei nuovi modelli.
Il paradosso apparente della Germania: industria alle corde, finanza da record
In compenso, il settore finanziario tedesco continua a macinare utili da capogiro, con Deutsche Bank sugli scudi.
Intanto, l’esponente di spicco della Cdu Roderich Kiesewetter intensifica le pressioni sull’esecutivo per ottenere l’introduzione dello stato di tensione, fase generalmente prodromica allo stato di emergenza, a fronte dei presunti attacchi russi condotti con i droni. L’ex consigliere per la sicurezza di Merkel, generale di brigata Erich Vad, ha messo in guardia contro questa linea di condotta. In precedenza, Norbert Häring, redattore economico del quotidiano «Handelsblatt», aveva denunciato la spinta verso uno stato di tensione in Germania su impulso della Nato. L’instaurazione dello stato di emergenza sancirebbe un ulteriore passo verso la trasformazione della Germania in uno Stato di polizia.
Claudio Celani

Giornalista specializzato in questioni economiche e geopolitiche in forza da decenni presso lo Schiller Institute e l’«Executive Intelligence Review».
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