«Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza». Queste parole immortali, che Dante mette in bocca ad Ulisse nel 26° canto dell’Inferno, riassumono alla perfezione la natura profonda del protagonista dell’Odissea. Un uomo capace di sfidare i rovesci riservatigli dagli Dei in nome del sacro obiettivo di tornare a casa, a coronamento di un viaggio estenuante e pieno di insidie che Ulisse affronta scevro da pregiudizi e con l’intelligenza tipica di chi fa del dubbio la propria stella polare. Ne scaturisce un percorso tortuoso che l’eroe sfrutta per temprare se stesso e migliorarsi costantemente, recependo tutti gli insegnamenti possibili dalle miriade di circostanze avverse in cui si imbatte di volta in volta. Sotto molti aspetti, Ulisse incarna i valori che in epoca antica hanno reso il Mediterraneo una culla di civiltà immortali, e che oggi si trovano letteralmente sotto assedio alle nostre latitudini. Parliamo di tutto questo assieme a Valentina Ferranti, antropologa, insegnante e saggista.
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