Di fronte al radicale riposizionamento degli Stati Uniti sotto l’egida dell’amministrazione Trump e alla piega ormai irreversibilmente favorevole alla Russia presa dal conflitto in Ucraina, l’Europa si incammina sul sentiero del riarmo. A ReArm Europe, annunciato urbi et orbi dalla presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen, ha fatto seguito il piano da un trilione di euro che il cancelliere in pectore Friedrich Merz è riuscito a far approvare ai vecchi Bundestag e Bundesrat, con l’assenso decisivo dei partiti Grunen e Die Linke. A livello di classi dirigenti sembra essersi quindi creato un consenso generalizzato e trasversale attorno alla prospettiva del riarmo in funzione anti-russa e alla luce del cambio di registro statunitense. Di qui la necessità, sottolineata da più parti, di inscrivere in una dimensione continentale i programmi di riarmo, calati dall’alto senza alcuna discussione preliminare e spacciati come assolutamente imprescindibili alle opinioni pubbliche. A tale scopo, si è assistito a una vera e proprio mobilitazione di parte ragguardevole del mondo dello spettacolo, con svariate personalità che si sono cimentate in una sorta di esercizio argomentativo rivolto a fornire supporto e legittimazione politica ai piani di riarmo e alla prospettiva di ulteriore unificazione europea, anche attraverso la riesumazione del Manifesto di Ventotene. Ne parliamo assieme a Flavio Cuniberto, docente di Estetica presso l’Università di Perugia e saggista.
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