In Israele, le tensioni tra il premier Netanyahu e il ministro della Difesa Gallant, in atto da molti mesi per questi non riconducibili soltanto alla conduzione delle operazioni militari nella Striscia di Gaza, sembrano essersi acuite a causa delle divergenze insanabili tra i rispettivi punti di vista in merito all’opportunità di sferrare un attacco contro Hezbollah. Sul versante militare, migliaia di apparecchi cercapersone in possesso di altrettanti cittadini libanesi sono improvvisamente esplosi producendo morti e feriti. Da quanto appreso in seguito, un intermediario ungherese tra la società produttrice e il mercato libanese aveva piazzato microcariche ad alto potenziale all’interno dei congegni, detonati dietro impulso elettrico nell’ambito di un operazione che sembra ricondurre ai servizi di sicurezza israeliani. Le esplosioni hanno anticipato una serie di attacchi aerei israeliani contro il Libano meridionale. In precedenza, un missile balistico – apparentemente – ipersonico lanciato dagli Houthi ha raggiunto il territorio israeliano dopo aver violato le difese aeree israeliane e statunitensi. Parliamo di tutto questo insieme a Jacques Baud, saggista ed ex colonnello dell’intelligence svizzera specializzato in questioni russe ed europee, con impieghi presso la Nato e le Nazioni Unite.
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