Le forze missilistiche russe hanno testato con successo il Burevestnik (Ssc-X-9 Skyfall), missile da crociera a propulsione nucleare. «Si tratta di un’arma unica che nessun altro al mondo possiede», ha affermato il presidente Putin in tenuta mimetica durante un incontro con i vertici delle forze armate.

Mentre la messa a punto del Burevestnik suscitava grande eco mediatica, sul campo di battaglia ucraino l’esercito russo continuava a registrare progressi particolarmente significativi, soprattutto nei settori di Pokrovsk, Kupyansk, Siversk e Kostyantynivka.
Il Kiel Institute, intanto, documenta una caduta verticale della capacità degli sponsor occidentali dell’Ucraina di rifornire adeguatamente Kiev di materiale militare. Si parla di un calo del 57%, emblematico di una tendenza riscontrabile anche tra i sostenitori extraeuropei dell’Ucraina. L’assistenza complessiva è diminuita del 43% nel medesimo arco temporale, a dispetto del pacchetto da 1,2 miliardi di dollari annunciato dal Canada lo scorso agosto.
Dati inequivocabili, attestanti una declinante capacità di rifornire con continuità e regolarità i soldati ucraini da parte del gruppo di sostegno internazionale, da cui gli Stati Uniti sono fuoriusciti all’inizio del 2025 per riciclarsi come “piazzisti” a gettone di materiale militare. Il riposizionamento statunitense varato sotto l’amministrazione Trump ha indotto l’Unione Europea a sobbarcarsi gran parte degli oneri e perfino ad allargare ulteriormente i cordoni della borsa per l’acquisto di armamenti statunitensi da trasferire a Kiev, nell’ambito della Prioritized Ukraine Requirements List (Purl) predisposta dalla Nato. Al punto da portare la media mensile degli stanziamenti a favore di Kiev registrata nella prima metà del 2025 al di sopra della quota registrata durante il periodo 2022-2024, nonostante l’interruzione del supporto statunitense.
La penuria di armi e munizioni va peraltro a combinarsi con un netto calo dell’efficacia dei sistemi di difesa aerea Patriot, con conseguente aumento della distruttività degli attacchi missilistici russi e incremento delle vittime tra le fila ucraine.

«Dalle mie fonti risulta che il rapporto di perdite tra ucraini e russi è di 36 a 1. Sono le perdite ucraine ad essere vicine a un milione […]. La guerra d’attrito attuata fin dall’inizio dai russi è stata un successo, sono gli ucraini ad essere sull’orlo del disastro», ha dichiarato ai microfoni di «Sky News Australia» l’ex consigliere Dipartimento di Stato statunitense James Carden.
La piega assai difficilmente reversibile presa dal conflitto rafforza la posizione negoziale della Russia, che l’amministrazione Trump ha recentemente bersagliato con sanzioni dirette contro le compagnie petrolifere Rosneft e Lukoil.
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