Tra i numerosi temi che i Brics+ hanno sviscerato nel corso del recente vertice di Kazan, un rilievo particolare lo assume quello relativo alla messa a punto del Brics Cross-Border Payments Initiative, una piattaforma di messaggistica finanziaria alternativa allo Swift, di cui i sistemi bancari dei Paesi membri dell’organizzazione si avvarranno per espletare le transazioni intra-Brics denominate in valute locali. Quello consistente nella diffusione di strumenti di pagamento transfrontalieri economici, efficienti, trasparenti e soprattutto non discriminatori in quanto indipendenti dal circuito bancario statunitense rappresenta un passaggio cruciale nell’ambito del lungo ed accidentato percorso di erosione dell’egemonia globale esercitata dal dollaro, come sottolineato a chiare lettere nella dichiarazione finale diramata a margine del summit russo. All’interno della quale si evidenzia inoltre la volontà condivisa di promuovere il consolidamento delle reti bancarie dei Paesi membri dell’organizzazione e la diffusione delle loro valute nel commercio internazionale e nelle transazioni finanziarie, al fine deliberato di evitare una qualsiasi “transizione egemonica” che culmini con la mera sostituzione del dollaro con un suo successore parimenti dominante. In questa contesto è tornata a farsi strada l’idea keynesiana del bancor, che i Brics sembrano propensi a porre a fondamento di una valuta internazionale denominata R-5 (dalle iniziali delle valute nazionali dei Paesi fondatori dell’organizzazione: real, rublo, rupia, renminbi e rand), di cui Putin ha mostrato un prototipo durante l’incontro di Kazan. Le posizioni assunte in proposito dai rappresentanti dei Brics lasciano intendere una specularità di vedute in merito alla prospettiva di introdurre una unità di conto sovranazionale, che in forza di alcuni aggiustamenti potrebbe assumere i contorni dell’European Currency Unit, la moneta scritturale introdotta dalla struttura comunitaria europea nel 1978 e rimasta in vigore fino all’introduzione dell’euro. Parliamo di tutto questo assieme a Guido Salerno Aletta, giornalista, saggista ed ex vicepresidente di Telecom Argentina con all’attivo incarichi istituzionali di rilievo a Palazzo Chigi e al Ministero delle Comunicazioni. Collabora con numerose testate, tra cui «Milano Finanza» e «Money».
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