Nei giorni scorsi, a poco meno di un anno di distanza dall’impiego del missile Orešnik contro un impianto produttivo ucraino a Dnipro, il presidente Putin ha annunciato che la Russia aveva testato con successo il vettore Burevestnik, nome in codice Nato Ssc-X-9 Skyfall.
Si tratta di un missile da crociera a propulsione nucleare, lanciabile da vari tipi di piattaforme e in grado di trasportare testate nucleari operando a una quota compresa tra i 25 e i 100 metri. Il generale Valerij Gerasimov, Capo di Stato Maggiore delle forze armate russe, ha riferito che il missile aveva percorso nell’ambito del test ben 14.000 km in circa 15 ore.
La Nuclear Threat Initiative ha osservato che il Burevestnik potrebbe rimanere in volo per giorni, orbitando intorno al globo a bassa quota e sganciando testate nucleari in modo imprevedibile. Tuttavia, alcuni esperti sottolineano che la velocità subsonica del missile può renderlo rilevabile, e quindi vulnerabile agli intercettori nemici.
Il percorso di sviluppo del Burevestnik ha registrato numerosi problemi, tra cui un incidente verificatosi nel 2019 che ha causato cinque vittime.
Tiziano Ciocchetti

Storico e analista militare specializzato in armamenti sia nazionali che esteri.
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