Le forze armate russe continuano a registrare progressi particolarmente significativi, soprattutto nei settori di Pokrovsk, Kupyansk, Siversk e Kostyantynivka.
Il Kiel Institute documenta una caduta verticale della capacità degli sponsor occidentali dell’Ucraina di rifornire adeguatamente Kiev di materiale militare.
La penuria di armi e munizioni va peraltro a combinarsi con un netto calo dell’efficacia dei sistemi di difesa aerea Patriot, con conseguente aumento della distruttività degli attacchi missilistici russi e incremento delle vittime tra le fila ucraine.
«Dalle mie fonti risulta che il rapporto di perdite tra ucraini e russi è di 36 a 1. Sono le perdite ucraine ad essere vicine a un milione […]. La guerra d’attrito attuata fin dall’inizio dai russi è stata un successo, sono gli ucraini ad essere sull’orlo del disastro», ha dichiarato ai microfoni di «Sky News Australia» l’ex consigliere Dipartimento di Stato statunitense James Carden.
La piega assai difficilmente reversibile presa dal conflitto rafforza la posizione negoziale della Russia, che l’amministrazione Trump ha recentemente bersagliato con sanzioni dirette contro le compagnie petrolifere russe Rosneft e Lukoil.
Sullo sfondo, le forze missilistiche russe testano con successo il Burevestnik, missile da crociera a propulsione nucleare. «Si tratta di un’arma unica che nessun altro al mondo possiede», ha affermato il presidente Putin in tenuta mimetica durante un incontro con i vertici delle forze armate.
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