Nei giorni scorsi, a margine del vertice della Shanghai Cooperation Organisation di Tianjin e della parata militare organizzata a Pechino per celebrare gli ottant’anni della vittoria sulle forze d’occupazione giapponesi, le autorità cinesi e russe hanno firmato un memorandum legalmente vincolante per la costruzione del Power of Siberia-2. Vale a dire un gasdotto progettato per trasportare circa 50 miliardi di m3 russi dalla penisola di Yamal, nella Siberia occidentale, verso la Cina orientale, attraverso il territorio mongolo. La conduttura, “gemella” rispetto a quella che trasporta attualmente in Cina 38 miliardi di m3 annui attingendo ai giacimenti della Siberia orientale, verrà costruita nei prossimi tre anni dalla russa Gazprom e dalla cinese Cnpc, e si configura come il progetto più costoso nella storia dell’industria del gas, destinato ad assorbire tra i 13 e i 34 miliardi di dollari, secondo stime preliminari riportate dal quotidiano russo «Vedomosti». Lo ha affermato l’amministratore delegato di Gazprom Alekseij Miller, il quale ha specificato che i relativi pagamenti verranno espletati in rubli e yuan-renminbi. Miller ha inoltre rivelato che ai due gasdotti verranno aggiunte “un paio” di rotte supplementari, che accresceranno il volume le forniture russe alla Cina a quota 100 miliardi di m3 annui. Secondo il Center for Strategic and International Studies, la realizzazione del Power of Siberia-2 «riaffermerebbe il peso strategico delle risorse russe dopo l’invasione dell’Ucraina del 2022, nonostante gli Stati Uniti e il Qatar dominino i rispettivi ambiti: il gas naturale liquefatto statunitense in gran parte dell’Atlantico e quello del Qatar nel Pacifico». Quale impatto geopolitico ed economico produrrà la costruzione del Power of Siberia-2?
Demostenes Floros

Analista geopolitico ed economico, saggista e docente a contratto presso il Master in Relazioni Internazionali d’Impresa Italia-Russia presso l’Università di Bologna. Dal 2019 è Senior Energy Economist presso il Centro Europa Ricerche (Cer) ed è coordinatore del corso di geopolitica organizzato dall’Università aperta di Imola. È autore di volumi Guerra e pace dell’energia. La strategia per il gas naturale dell’Italia tra Federazione Russa e Nato (Diarkos, 2019), e Crisi o transizione energetica. Come il conflitto in Ucraina cambia la strategia europea per la sostenibilità (Diarkos, 2022).
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