Il Cumhuriyet Halk Partisi (Chp), principale forza d’opposizione in Turchia, ha recentemente avviato una campagna di raccolta firme per richiedere elezioni presidenziali anticipate e la liberazione del suo candidato, Ekrem Imamoğlu, ex sindaco di Istanbul arrestato giorni addietro con accuse di corruzione. L’iniziativa è stata annunciata a Trebisonda, città natale di Imamoğlu, dal leader del Chp Özgür Özel, il quale ha specificato che «la detenzione di Ekrem Imamoğlu, candidato presidenziale voluto da milioni di persone, è contraria alla legge, alla ragione e alla coscienza. È detenuto a causa di una decisione politica ingiusta e illegale». L’arresto di Imamoğlu, il cui avvocato sarebbe stato a sua volta incarcerato, ha suscitato un’ondata di proteste che dalle principali città turche si è allargata alle grandi metropoli europee abitate da nutrite comunità turche. Le operazioni condotte dalle forze di polizia turche per arginare questa marea hanno portato all’incarcerazione di migliaia di persone e all’imposizione di centinaia di misure restrittive alternative al carcere. I rappresentanti dell’Unione Europea, dal canto loro, esortano il presidente Erdoğan a «garantire il rispetto dei valori democratici». Parliamo di tutto questo assieme a Federico De Renzi, turcologo, studioso dell’Islam e scrittore.
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