Da tempo, storici, politologi e studiosi di geopolitica formulano valutazioni circa la possibilità che la competizione tra Stati Uniti e Repubblica Popolare Cinese si risolva in uno scivolamento generalizzato nella cosiddetta “trappola di Tucidide”, espressione che rimanda a una formula attribuita al grande storico ateniese. Partendo dall’analisi delle dinamiche che caratterizzarono la Guerra del Peloponneso, Tucidide sembra incline a ravvisare l’origine profonda dei conflitti geopolitici nello squilibrio delle forze che viene a prodursi tra il polo egemonico in declino e la giovane potenza emergente. Attualmente, cultori del realismo politico come John J. Mearsheimer e Graham Allison ritengono alquanto concreto il rischio che l’esasperazione progressiva delle tensioni sino-statunitensi degeneri prima o poi in una escalation altamente distruttiva, sulla scorta di un numero piuttosto considerevole di precedenti storici presi in esame. Il tema è stato al centro di una conferenza organizzata recentissimamente dalla Fondazione Di Vittorio di Roma, che ha visto come relatori l’economista statunitense Jeffrey Sachs e Francesco Sylos Labini, fisico, saggista e dirigente di ricerca presso il Centro di Ricerca Enrico Fermi a Roma. È uno dei fondatori del blog Return on Academic Research and School (Roars), uno dei forum italiani più importanti per le discussioni sulle politiche di ricerca e istruzione superiore.
Trending
- La Cina lega a sé l’intera Asia orientale (e non solo)
- Il raid russo a Sumy e l’Europa in guerra con la Storia
- Re Carlo: per l’Italia è l’ora delle “decisioni irrevocabili”
- Il “ritiro imperiale” degli Stati Uniti
- I potenti nemici della politica economica trumpiana
- Lo scontro interno alle élite Usa si combatte in Ucraina
- Il comitato d’affari che punta alla guerra contro la Russia
- La catastrofica influenza baltica in Europa