Nei giorni scorsi, la presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen ha annunciato ReArm Europe, un piano di riarmo su scala comunitaria da 800 miliardi di euro inteso a costruire, alla luce del radicale riposizionamento degli Stati Uniti sotto l’egida dell’amministrazione Trump, una solida deterrenza a fronte del supposto “imperialismo russo”. La Commissione Europea, dal canto suo, ha fornito la garanzia soltanto su 150 degli 800 miliardi previsti dal piano e annunciato per tramite della presidente Ursula Von der Leyen che «l’Europa ha tutto ciò che le serve per prendere il comando nella corsa alla competitività. Questo mese, la Commissione presenterà l’Unione del Risparmio e degli Investimenti. Trasformeremo i risparmi privati in investimenti necessari. E lavoreremo con i nostri partner istituzionali per farli decollare». Simultaneamente, i negoziatori statunitensi e ucraini hanno definito una proposta di pace condivisa da presentare alla Russia, di cui non sono stati tuttavia resi noti i termini precisi. Dalla dichiarazione congiunta pubblicata a margine dell’incontro si evince che la bozza contemplerebbe una tregua di 30 giorni rinnovabile a seconda della volontà delle parti, impegnando al contempo gli Stati Uniti a riattivare il flusso di materiale militare e dati di intelligence a favore di Kiev indipendentemente dal raggiungimento di un accordo con Mosca. Il segretario di Stato Marco Rubio ha specificato che «i colloqui tra Ucraina e Stati Uniti includevano il tema delle concessioni territoriali […]. Gli Stati Uniti stanno pianificando contatti con la Russia. Ho la speranza di una risposta positiva da parte russa. Washington chiede fermamente a Mosca di cessare tutte le azioni militari. Se la Russia dovesse rifiutare, questo ci dirà molto». Parliamo di tutto questo assieme a Gianandrea Gaiani, giornalista, saggista e direttore della rivista «Analisi Difesa».
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