Subito dopo la dissoluzione del blocco sovietico, l’Italia è stata investita da un’ondata di destabilizzazione forse superiore o comunque paragonabile per intensità e potenza distruttiva a quella registrata nell’ambito della cosiddetta strategia della tensione. In particolare, la campagna eversiva che investito il nostro Paese tra il 1992 e il 1994 è stata caratterizzata da una serie di commistioni strutturali tra manovalanza di base di stampo mafioso e apparati dello Stato che, secondo le risultanze emerse nel corso di decenni di indagini e processi, sembrano aver svolto un ruolo cruciale per quanto concerne l’organizzazione delle operazioni terroristiche e dei relativi depistaggi. Ne parliamo assieme a Massimiliano Giannantoni, giornalista e saggista attualmente in forza a «Sky» con alle spalle trascorsi professionali in varie emittenti sia televisive che radiofoniche. Ha firmato inchieste incentrate su molte tematiche scottanti che hanno interessato il nostro Paese, come il “caso Moro”, la P-2 e la Strage di Ustica.
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