In un’intervista al «Guardian», l’ex segretario generale della Nato Rasmussen ha invocato il dispiegamento immediato di truppe Nato a ridosso del fronte. «Se non attueremo cambiamenti radicali nella strategia, ci troveremo di fronte a una guerra senza fine». Putin non ha alcun incentivo a impegnarsi in negoziati di pace finché pensa di poter vincere sul campo di battaglia. Sono necessari cambiamenti di ritmo e di mentalità», ha dichiarato Rasmussen.

L’esortazione nasce dalla difficile situazione che gli ucraini stanno affrontando sul campo di battaglia. Completato l’accerchiamento delle truppe ucraine a Pokrovsk, le forze armate russe si preparano ad avviare le operazioni di rastrellamento nel settore e conseguono ragguardevoli progressi nell’oblast’ di Zaporižžja. Qui, scrive l’analista tedesco Julian Röpcke a commento di una mappa realizzata dagli ucraini di Deep State, si registrano «sviluppi negativi a nord di Hulyaypole. Dopo la caduta di Uspenivka, non sembrano esserci più posizioni difensive né truppe ucraine in grado di rallentare l’avanzata russa. Le forze d’invasione hanno percorso 8 km in due giorni senza mostrare segno di cedimento».

Nel frattempo, la compagnia energetica ucraina Centrenergo denuncia «il più massiccio attacco alle nostre centrali termoelettriche dall’inizio dell’invasione su vasta scala. Un numero senza precedenti di missili e innumerevoli droni – diversi al minuto – hanno preso di mira le stesse centrali termoelettriche che avevamo ripristinato dopo il devastante attacco del 2024 […]. È passato meno di un mese dall’attacco precedente, e stanotte il nemico ha attaccato simultaneamente l’intera produzione di energia dell’Ucraina. Le centrali sono in fiamme. Attualmente, la produzione di energia è ridotta a zero. Zero! Abbiamo perso ciò che stavamo ricostruendo. Completamente!».

Il quotidiano ucraino «Defense Express», in aggiunta, evidenzia che la base produttiva nazionale per la fabbricazione di missili è droni è irreparabilmente compromessa, a causa degli attacchi aerei russi contro laboratori e infrastrutture per la produzione di carburante per missili. Fonti ucraine sostengono che gli attacchi russi si sono concentrati soprattutto contro lo stabilimento di Pavlograd, coinvolto nell’assemblaggio dei missili Neptune e Grom-2 nonché l’unico complesso a fornire carburante per i programmi missilistici ucraini, finanziati dalla Germania e sostenuti de facto dalla rete Nato.
Sul versante interno, si registra l’ennesimo caso di corruzione, che ha visto Timur Mindich, ex socio e stretto collaboratore del presidente Zelensky, fuggire dal Paese poche ore prima che le forze di polizia perquisissero i suoi appartamenti e uffici.
Sullo sfondo, il ministro della Difesa Belousov ha richiamato l’attenzione del presidente Putin sul possibile schieramento, da parte di Washington, di sistemi missilistici a medio raggio in Europa e nella regione Asia-Pacifico. Più specificamente, Belousov ha espresso la convinzione che gli Stati Uniti intendano rendere operativo il missile ipersonico Dark Eagle entro la fine di quest’anno e schierarlo in Germania l’anno prossimo, da dove potrebbe colpire obiettivi nella Russia centrale nell’arco di sei-sette minuti.
A Mosca è forte il timore che, da provvisorio (come previsto dagli accordi in essere), il dispiegamento del sistema missilistico diventi permanente, come è già avvenuto con i Typhon nelle Filippine. In risposta a queste minacce, la Russia ha sospeso la moratoria sul dispiegamento di missili a medio e corto raggio, dopo aver testato con successo il missile Burevestnik e il drone sottomarino Poseidon. Un messaggio inequivocabile, che il leader del Cremlino ha inteso inviare alla Nato.
La Polonia, pilastro della Nato e fondamentale snodo logistico e centro di coordinamento del sostegno a beneficio di Kiev, manifesta invece palesi segni di inquietudine. Lo rivela «Bloomberg», sottolineando i risultati di un sondaggio condotto dall’istituto di ricerca di Varsavia Cbos da cui emerge un calo della disponibilità della popolazione locale ad accogliere rifugiati ucraini dal 94 al 48% tra il marzo 2022 e l’ottobre 2025. Un grosso problema per la Nato.
SOSTEGNO
GoFundMe
https://www.gofundme.com/f/la-crescita-de-il-contesto


