Mentre la posizione finanziaria netta degli Stati Uniti segna un netto peggioramento su base trimestrale, passando da 24,6 a 26,1 trilioni di dollari di passivo, l’oro sfonda la soglia critica dei 4.000 dollari l’oncia. Si tratta di un risultato estremamente significativo, trainato dalla crescente domanda delle Banche Centrali e dei grandi fondi di gestione del risparmio. Alla base di tutto sembra situarsi la caduta verticale del valore del dollaro e della diffusione internazionale dei titoli di Stato statunitensi, le cui detenzioni estere sono passate dal picco massimo del 56,5% toccato nel 2008 al 30,2% di fine 2023. Le implicazioni sono potenzialmente colossali.
Alessandro Volpi

Saggista, collaboratore di «Altraeconomia» e «Valori» e docente di Storia contemporanea presso il Dipartimento di Scienze politiche dell’Università di Pisa. È autore di numerosi volumi, tra cui Prezzi alle stelle. Non è inflazione, è speculazione (Laterza, 2023), I padroni del mondo. Come i fondi finanziari stanno distruggendo il mercato e la democrazia (Laterza, 2024), Nelle mani dei fondi. Il controllo invisibile della grande finanza (Altraeconomia, 2024), L’America secondo Trump. Prospettive economiche e scenari globali (La Vela, 2025), La guerra della finanza. Trump e la fine del capitalismo globale (Laterza, 2025).
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