La direttrice della National Intelligence Tulsi Gabbard sferra un attacco durissimo contro gli apparati di sicurezza nazionale statunitensi. Le vicenda scaturisce dalle fughe di notizie a favore di «Reuters», che citando «sei fonti vicine all’intelligence statunitense» avvalora la tesi secondo cui il presidente Putin «non ha abbandonato i suoi obiettivi di conquistare tutta l’Ucraina e di reclamare parti dell’Europa che appartenevano all’ex impero sovietico».
L’affondo di Tulsi Gabbard
La reazione della Gabbard non si è fatta attendere. «I guerrafondai dello Stato profondo e i loro media di propaganda – ha dichiarato la Gabbard – stanno nuovamente cercando di ostacolare gli sforzi del presidente Trump per portare la pace in Ucraina e, in effetti, in Europa, sostenendo falsamente che la “comunità di intelligence statunitense” concordi e supporti il punto di vista di Unione Europea/Nato secondo cui l’obiettivo della Russia è invadere/conquistare l’Europa (al fine di ottenere sostegno per le loro politiche pro-guerra). La verità è che l’intelligence statunitense valuta che la Russia non abbia nemmeno la capacità di conquistare e occupare l’Ucraina, figuriamoci di “invadere e occupare” l’Europa».

Le trattative tra Russia, Stati Uniti, Ucraina e Unione Europea, intanto, si trascinano faticosamente. Nei giorni scorsi, l’inviato speciale Steve Witkoff ha parlato di un incontro altamente costruttivo tra emissari statunitensi e ucraini, nel corso del quale sono stati discussi quattro temi chiave:
- l’ulteriore sviluppo di un piano in 20 punti;
- l’allineamento delle posizioni su un quadro di garanzia multilaterale per la sicurezza;
- l’allineamento delle posizioni su un quadro di garanzia di sicurezza statunitense per l’Ucraina;
- l’ulteriore sviluppo di un piano economico e di prosperità.
Particolare attenzione, spiega Witkoff, «è stata dedicata alla discussione delle tempistiche e alla sequenza dei prossimi passi. L’Ucraina rimane pienamente impegnata a raggiungere una pace giusta e sostenibile».
La priorità comune consiste, osserva Witkoff, nel «fermare le uccisioni, garantire la sicurezza e creare le condizioni per la ripresa, la stabilità e la prosperità a lungo termine dell’Ucraina. La pace non deve essere solo una cessazione delle ostilità, ma anche una base dignitosa per un futuro stabile».
Più recentemente, lo stesso Witkoff ha assicurato che le discussioni tenutesi parallelamente in Florida tra negoziatori statunitensi e l’inviato speciale russo Kirill Dmitriev si sono rivelate altrettanto positive..
La Russia, ha sottolineato Steve Witkoff, «rimane pienamente impegnata a raggiungere la pace in Ucraina. La Russia apprezza molto gli sforzi e il sostegno degli Stati Uniti per risolvere il conflitto ucraino e ristabilire la sicurezza globale»
Non solo Witkoff
Significativamente, a una delle tornate del processo negoziale ha preso parte, assieme al segretario al Tesoro Scott Bessent e a Jared Kushner, l’amministratore delegato di BlackRock Larry Fink.
Come riporta «Bloomberg», il coinvolgimento di Fink «segna un ritorno per BlackRock, quasi un anno dopo che la società aveva interrotto la ricerca di investitori per sostenere un fondo di recupero multimiliardario per l’Ucraina. Il fondo era sulla buona strada per ottenere circa 2,5 miliardi di dollari da Stati, banche di sviluppo, erogatori di sovvenzioni e investitori privati, prima di innestare la retromarcia a causa dell’incertezza sul futuro dell’Ucraina in seguito alla rielezione del presidente Donald Trump».
Se è vero che «l’inviato speciale Witkoff, imprenditore immobiliare e amico di lunga data di Trump, ha guidato i colloqui con il presidente Vladimir Putin», va comunque registrato che «il Segretario alle Forze Armate Dan Driscoll ha recentemente interagito con la parte ucraina su un nuovo piano di pace emerso il mese scorso». Jared Kushner, «rimasto in disparte nei primi mesi del secondo mandato di Trump, ha svolto un ruolo più pubblico negli ultimi mesi nei colloqui su Medio Oriente e Ucraina».
Per il momento, «non è chiaro se il coinvolgimento di Fink negli ultimi colloqui significhi che il fondo potrebbe essere riattivato. BlackRock ha rifiutato di commentare il ruolo di Fink. La Casa Bianca e il Dipartimento del Tesoro non hanno risposto immediatamente alle richieste di commento».
La mossa «evidenzia anche come Trump si sia affidato a un gruppo di consiglieri a rotazione, sia all’interno che all’esterno del governo, per alcuni aspetti della sua politica ucraina, nel tentativo di dare nuovo slancio alla spinta per un piano di pace».
A riprova del fatto che le trattative non vertono soltanto non su questioni inerenti la sicurezza e i confini, ma anche gli affari. E vedono schierati su fronti contrapposti sono non soltanto Russia e Ucraina, ma anche Stati Uniti e Paesi membri dell’Unione Europea.
La battaglia sui beni russi
I quali si sono recentemente rifiutati di applicare integralmente il piano d’azione predisposto dalla Commissione Europea, implicante anzitutto il congelamento sine die dei beni russi immobilizzati dal marzo 2022, e il loro successivo riciclo come garanzie per l’apertura di una linea di credito a Kiev da 210 miliardi di euro.
Il Consiglio d’Europa ha approvato soltanto la prima parte del piano, aggirando artatamente i principi di unanimità e di rinnovabilità a cadenza semestrale dei provvedimenti sanzionatori, per poi propendere per l’erogazione di un prestito a fondo perduto da 90 miliardi di euro garantito dal bilancio federale.
Roberto Iannuzzi

Arabista, saggista, analista geopolitico e gestore del sito «Intelligence for the People». È autore dei volumi Geopolitica del collasso. Iran, Siria e Medio Oriente nel contesto della crisi globale (Castelvecchi, 2014), Se Washington perde il controllo. Crisi dell’unipolarismo americano in Medio Oriente e nel mondo (Castelvecchi, 2017), e Il 7 ottobre tra verità e propaganda. L’attacco di Hamas e i punti oscuri della narrazione israeliana (Fazi, 2024).
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