Nei giorni scorsi, centinaia di alti ufficiali delle forze armate statunitensi – compresi quelli operanti in teatri di guerra attivi – sono confluiti a Quantico per presenziare al cosiddetto “Liberation Day dell’esercito”. L’evento è stato introdotto dal presidente Trump, il quale ha posto l’accento sulla necessità di recuperare il merito come criterio di selezione e risvegliare lo “spirito guerriero” dell’esercito. Il segretario alla Guerra Hegseth, invece, ha stigmatizzato il lassismo e la politicizzazione in direzione woke che hanno preso piede in seno alle forze armate, confermato il proposito di ridurre il numero di generali e ammiragli, annunciato l’innalzamento degli standard atletici, disciplinari e perfino estetici del personale militare. Chi non è d’accordo con il “nuovo corso”, ha spiegato Hegseth, può rassegnare le dimissioni. La requisitoria del segretario alla Guerra ha destato sconcerto e inquietudine, anche perché si inscrive in una più ampia riformulazione del ruolo delle forze armate, che conformemente alle anticipazioni di «Politico» e del «Washington Post» in merito al contenuto della National Defense Strategy dovrebbero occuparsi soprattutto di “emisfero occidentale”. Territorio nazionale compreso, come dichiarato esplicitamente dallo stesso Trump nel corso del discorso d’apertura riaffermando di fatto le posizioni assunte il 20 gennaio, quando, nel suo primo giorno in carica, firmò un ordine esecutivo che chiedeva al Comando Settentrionale degli Stati Uniti di contribuire a «sigillare i confini e mantenere la sovranità, l’integrità territoriale e la sicurezza degli Stati Uniti respingendo forme di invasione, tra cui l’immigrazione illegale di massa, il traffico di stupefacenti, il contrabbando e la tratta di esseri umani e altre attività criminali». «[Proteggere] il confine è la massima priorità per la base, e credo anche per i moderati. Quindi questo cambiamento sta mantenendo questa promessa», ha affermato un funzionario, che ha parlato con «Military Times» in condizione di anonimato per discutere il contenuto della National Defense Strategy.
Roberto Buffagni

Scrittore, autore di testi teatrali, studioso di questioni geostrategiche e collaboratore del sito «L’Italia e il Mondo». Ha curato il volume La supercazzola. Istruzioni per l’Ugo (Mondadori, 2006) e tradotto il saggio di Peter Bogdanovich Chi diavolo ha fatto quel film? Conversazioni con registi leggendari (La Nave di Teseo, 2024).
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