L’esercito russo sta avanzando a ritmo piuttosto spedito nel Donbass, mettendo nel mirino il cruciale caposaldo di Pokrovsk, erodendo le linee di difesa ucraine lungo gran parte del fronte e sferrando pesanti attacchi missilistici contro infrastrutture a doppio uso disseminate in tutta l’Ucraina. Nell’oblast’ di Kursk, invece, le forze armate ucraine sembrano aver esaurito il proprio slancio iniziale e rischiano concretamente di ritrovarsi chiuse in un calderone senza via d’uscita. Quanto al teatro del Vicino Oriente, l’Israeli Defense Force manifesta crescenti difficoltà nel conseguire gli obiettivi preannunciati nella Striscia di Gaza e incrementa le operazioni militari in Cisgiordania, mentre continua a deteriorarsi la situazione nell’alta Galilea e nel Mar Rosso per effetto delle iniziative portate avanti dalle compagini integrate nel cosiddetto Asse della Resistenza. Dal canto suo, il primo ministro Benjamin Netanyahu cerca di mantenersi in linea di galleggiamento di fronte al crescente malumore popolare di cui le accese contestazioni organizzate dai parenti degli ostaggi in mano ad Hamas rappresentano l’indicatore più evidente. Per Yitzhak Brik, generale dell’Israel Defense Force a riposo, Israele crollerà entro un anno qualora la guerra di logoramento dovesse prolungarsi abbastanza a lungo. Parliamo di tutto questo assieme a Salvo Ardizzone, consulente societario e saggista.
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