La piega ormai difficilmente reversibile presa dal conflitto russo-ucraino, l’ascesa inarrestabile della Cina, la deriva di Israele, la comprovata capacità dell’Iran di reggere l’urto militare israelo-statunitense, il declino politico, economico e sociale degli Stati Uniti rappresentano soltanto alcuni degli innumerevoli fattori di crisi che stanno scandendo la fase terminale dell’egemonia globale statunitense. Al pari di ogni passaggio d’epoca registrato nel passato, l’attuale processo di transizione si caratterizza per un elevato coefficiente di conflittualità internazionale che rischia costantemente di far scivolare i molteplici confronti tra attori di grande e media stazza sul piano inclinato dello scontro totale, con esiti potenzialmente catastrofici per tutti. Ma è davvero impossibile sfuggire alla logica deterministica del gioco a somma zero che innerva il concetto di “trappola di Tucidide” coniato dal politologo statunitense Graham Allison?
Vincenzo Costa

Saggista e professore ordinario di fenomenologia e fenomenologia dell’esperienza presso la Facoltà di Filosofia dell’Università San Raffaele di Milano. È autore di numerosi volumi, tra cui Categorie della politica. Dopo destra e sinistra (Rogas, 2023), La società dell’ansia (Inschibboleth, 2024), Margini del trascendentale. Questioni metafisiche nella fenomenologia di Husserl (Scholé, 2024), Populismo senza popolo. L’esistenza nell’epoca della post-politica (Armando Editore, 2025).
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