Mentre proseguono i raid statunitensi sullo Yemen e vanno avanti i colloqui tra rappresentanti statunitensi e iraniani per il raggiungimento di una nuova intesa sul nucleare iraniano, in Israele si moltiplicano i segnali di inquietudine. Allo scontro aperto tra il primo ministro Netanyahu e gli apparati di sicurezza, culminati con il licenziamento di Ronen Bar dalla direzione dello Shin Bet, ha fatto seguito la caduta verticale del numero dei riservisti disposti a prestare servizio. Sebbene le cifre precise siano coperte da segreto militare, lo scorso marzo i vertici dell’Israeli Defense Force hanno richiamato l’attenzione del ministro della Difesa Israel Katz sulla riduzione del tasso di presenza all’80%, a fronte del 120% circa registrato subito dopo il 7 ottobre 2023. Secondo l’emittente israeliana «Kan», il tasso reale si avvicinerebbe in realtà al 60%. Il crollo degli arruolamenti impone una radicale riconsiderazione della linea d’azione definita dal governo, che secondo il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich non ha come obiettivo prioritario la liberazione degli ostaggi, ma far sì che «Hamas non governi più a Gaza […]. Gaza non sarà più una minaccia per Israele […]. Dobbiamo eliminare il problema di Gaza». A tale scopo, Smotrich ha caldeggiato la costruzione di nuovi insediamenti presso la Striscia. Le ambizioni coltivate dal ministro delle Finanze sono state pesantemente ridimensionate dalle valutazioni formulate dal Capo di Stato Maggiore dell’Israeli Defense Force Eyal Zamir, in quale ha dichiarato ai membri del gabinetto di sicurezza nazionale che, alla luce delle condizioni in cui versa lo strumento militare israeliano, dovrebbero «rinunciare ad alcune delle loro fantasie» come la conquista di Gaza. Sullo sfondo, l’aeronautica militare di Tel Aviv ha condotto esercitazioni in cui si simulavano attacchi missilistici contro le stesse basi prese di mira dall’Iran tra l’aprile e l’ottobre 2024.
Salvo Ardizzone

Consulente societario e saggista specializzato in questioni mediorientali. È autore di numerosi volumi, tra cui Unipolarismo vs multipolarismo. Una visione geopolitica non asservita (Passaggio al Bosco, 2022), Ecologia vs natura. Un percorso per il ritorno all’umano (Passaggio al Bosco nel 2023), Medio Oriente. Dall’egemonia Usa alla resistenza islamica 1945-2006 (Arianna editrice, 2021), Medio Oriente. Risveglio islamico e false primavere (Arianna Editrice, 2022), Medio Oriente. La guerra in Siria, la Resistenza Islamica Palestinese (Arianna Editrice, 2024).