Lo scorso 15 luglio, la Verkhovna Rada ha votato a maggioranza pressoché assoluta (un voto contrario) il rinnovo per la sedicesima volta della legge marziale, prorogata fino al prossimo 5 novembre. Si estende così, per altri quattro mesi, il periodo di mobilitazione generale, in un contesto che vede le forze armate ucraine accusare crescenti difficoltà a contenere gli attacchi missilistici e gli avanzamenti territoriali russi, oltre che a rimpiazzare le perdite subite. La situazione sembra però veramente difficile, come si evince dalle dichiarazioni formulate dal presidente Zelensky secondo cui l’Ucraina sarebbe pronta a sedersi al tavolo dei negoziati «anche la prossima settimana», in quanto «occorre fare tutto il possibile per raggiungere un cessate il fuoco». Il servizio di intelligence estera russo (Svr), invece, ha diramato un rapporto in cui si sostiene che la Nato sta pianificando di trasformare la Moldavia, la cui commissione elettorale ha appena decretato l’esclusione del partito russofilo Pobeda dalle elezioni dopo che l’Unione Europea aveva imposto sanzioni contro alcuni suoi esponenti di spicco, in un “ariete” occidentale nell’ambito di un ipotetico conflitto con la Russia. Quest’ultima si ritrova peraltro invischiata in una insidiosa crisi diplomatica con l’Azerbaijan, tirato in ballo anche dall’Iran per un suo possibile coinvolgimento nell’Operazione Rising Lion sferrata lo scorso giugno da Israele. Il cui ministro della Difesa Israel Katz ha dichiarato che esiste la concreta possibilità di una ripresa dei combattimenti con l’Iran. A suo avviso, occorre preservare la superiorità aerea conquistata nell’ambito dell’Operazione Rising Lion. Le autorità iraniane, dal canto loro, hanno annunciato il completo ripristino delle difese antimissilistiche, e chiarito per tramite del presidente Pezeshkian che «siamo preparati a qualsiasi azione militare da parte di Israele. Le nostre forze sono pronte a colpire di nuovo in profondità nel suo territorio. Israele ha lanciato attacchi potenti contro di noi e noi abbiamo risposto con forza, anche se Israele cerca di nascondere l’entità dei danni subiti. Israele ha tentato di cambiare il volto dell’Iran, di gettarlo nel caos, di indebolirne il regime e distruggerlo, ma ha fallito». Dalla Cina, di cui da giorni si vocifera un trasferimento di sistemi d’arma all’Iran, giungono indiscrezioni di intelligence attestanti un massiccio dispiegamento di sistemi di difesa aerea in tutto il territorio israeliano, forse preparatorio a un conflitto su vasta scala.
Jacques Baud

Saggista ed ex colonnello dell’intelligence svizzera specializzato in questioni russe ed europee, con impieghi presso la Nato e le Nazioni Unite. È autore di numerosi volumi, tra cui Operation Z. The hidden truth of the war in Ukraine revealed (Max Milo, 2022), Ukraine between war and peace (Max Milo, 2023), The Russian art of War (Max Milo 2024, disponibile anche in italiano), Operation al-Aqsa Flood. The defeat of the vanquisher (Max Milo, 2024, disponibile anche in italiano), Covert wars in Ukraine (Max Milo, 2025, disponibile anche in italiano).
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