L’incontro del presidente Zelensky con il suo omologo Trump a Mar-a-Lago si è concluso. Durante la conferenza stampa, l’inquilino della Casa Bianca ha spiegato che le negoziazioni si sono svolte in un clima di collaborazione reciproca.
Restano tuttavia irrisolte alcune questioni cruciali ai fini della definizione di un accordo, tra cui la sovranità sugli oblast’ incorporati dalla Federazione Russa, le elezioni in Ucraina. Le delegazioni, ha aggiunto Trump, discuteranno di una soluzione pacifica «nel corso delle prossime settimane».
Anche il colloquio telefonico di oltre un’ora tenutosi tra i presidenti Putin e Trump si sarebbe rivelato particolarmente costruttivo. Lo ha affermato il consigliere del Cremlino Yuri Ushakov, secondo cui i leader concordano sul fatto che l’opzione proposta da Ucraina e Unione Europea, implicante una tregua temporanea, rappresenti un pretesto per prolungare il conflitto.
Nel corso della conversazione, Trump avrebbe rivelato che il conflitto ucraino si è rivelato per lui il più difficile da gestire, posto l’accento sulla necessità di porvi fine il più rapidamente possibile e esplorato le promettenti prospettive della cooperazione economica tra Stati Uniti e Russia.
Dal canto suo, Putin avrebbe accettato la proposta di Trump di portare avanti il lavoro di risoluzione del conflitto nell’ambito di gruppi di lavoro appositamente creati e sottolineato l’importanza di continuare a fondare le nuove discussioni sulle intese raggiunte ad Anchorage lo scorso agosto.
Il campo di battaglia, intanto, segnala sviluppi significativi soprattutto negli oblast’ di Zaporižžja, Kharkiv e Donec’k. Una situazione sempre più pesante per Kiev, come rilevato dal portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov secondo cui «il Cremlino non comprende l’affermazione del presidente Zelensky secondo cui la Russia deve preparare un piano B per porre fine al conflitto».
L’Ucraina «sta perdendo territorio e continuerà a perderne ancora. La situazione di domani sarà diversa da quella di oggi. La Russia sta valutando la possibilità di porre fine al conflitto militare nel contesto del raggiungimento dei propri obiettivi. Questi sono i piani A, B e C!».
L’allarme del presidente Zelensky
Secondo il presidente Zelensky, «l’Ucraina ha bisogno di 700-800 miliardi di dollari per la ripresa e la ricostruzione. Kiev sta collaborando con Washington per definire una tabella di marcia per la prosperità dell’Ucraina».

Nel frattempo, un membro ucraino della Verkhovna Rada ha riferito che la Nabu e la Sap (le agenzie nazionali anti-corruzione ucraine) stanno conducendo operazioni investigative nei locali della Commissione parlamentare per le questioni relative ai trasporti. «Sulla base dei risultati di un’operazione sotto copertura, Nabu e Sap hanno smascherato un gruppo criminale organizzato, che includeva deputati in carica del popolo ucraino. Secondo l’indagine, i membri del gruppo hanno sistematicamente ricevuto benefici illegali per aver votato in maniera pilotata alla Verkhovna Rada dell’Ucraina», ha dichiarato il deputato.
A livello di Unione Europea, invece, si registra una netta intensificazione della propaganda russofobica, associata a una conclamata restrizione degli spazi di libertà di espressione di cui le sanzioni contro individui come il colonnello Jacques Baud rappresentano un esempio paradigmatico.
L’amministrazione Trump, dal canto suo, ha vietato l’ingresso negli Stati Uniti a cinque individui accusati di aver esercitato pressioni sui grandi social media statunitensi affinché censurassero opinioni sgradite. Nell’elenco dei sanzionati, spicca il nome dell’ex commissario per gli affari digitali dell’Unione Europea Thierry Breton.
Gianandrea Gaiani

Giornalista, saggista e direttore della rivista «Analisi Difesa». Dal 1988 si occupa di analisi storico-strategiche, studio dei conflitti e reportage dai teatri di guerra. Dal 1991 al 2014 ha seguito sul campo i conflitti nei Balcani, Somalia, Iraq, Afghanistan, Sahara Occidentale, Mozambico e Sahel. È autore di numerosi volumi, tra cui Immigrazione. La grande farsa umanitaria (Aracne Editrice, 2017) e L’ultima guerra contro l’Europa. Come e perché tra Russia, Ucraina e Nato le vittime designate siamo noi (Il Cerchio, 2023).
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