Lo scorso 22 aprile, la polizia indiana ha dichiarato che alcuni uomini armati avevano ucciso almeno 28 turisti in un resort situato a Pahalgam, nel cuore del Kashmir, regione storicamente contesa tra India e Pakistan controllata da Nuova Delhi. Secondo la ricostruzione fornita dalle forze dell’ordine indiane, la paternità del massacro andrebbe ricondotta a un gruppo terroristico anti-indù sostenuto dalle autorità di Islamabad. La strage ha innescato una pericolosa escalation, che ha visto l’espulsione reciproca del personale diplomatico, la chiusura delle frontiere, l’interruzione del commercio bilaterale, la sospensione del Trattato sulle acque dell’Indo del 1960 e perfino scontri armati tra gli eserciti indiano e pakistano. L’Iran, dal canto suo, si è proposto di mediare tra i due Paesi, entrambi dotati dell’arma atomica. Nel corso di un’intervista rilasciata alla «Bbc», il ministro della Difesa pakistano Khawaja Muhammad Asif ha definito l’attacco terroristico da cui è scaturita l’escalation un’operazione sotto falsa bandiera. Interpellato dall’interlocutrice in merito alla lunga storia di fiancheggiamento del Pakistan a organizzazioni terroristiche, Asif ha spiegato che «abbiamo svolto questo “lavoro sporco” per conto degli Stati Uniti e dell’Occidente, compresa la Gran Bretagna, per tre decenni». A suo avviso, questa politica ha prodotto effetti profondamente negativi per il Pakistan: «se non ci fossimo uniti alla guerra contro l’Unione Sovietica e in seguito, dopo gli attacchi dell’11 settembre, il Pakistan avrebbe un curriculum ineccepibile», ha concluso Asif. Successivamente, quest’ultimo ha dichiarato che un’incursione indiana in Pakistan sarebbe «imminente».
Come Carpentier de Gourdon

Politologo, consulente e saggista francese che vive tra Europa e India con all’attivo collaborazioni con numerose testate internazionali. È autore di numerosi volumi, tra cui From India to infinity. Memories of a hundred and one moons. An Indian odyssey (Har-Anand Publications, 2016), e A shining city on a hill. Novus ordo seclorum (Har-Anand Publications, 2018).