A partire dall’11 agosto, le forze armate russe hanno sfondato le linee ucraine lungo un settore del fronte che si sviluppa per una quindicina di km a nord-est di Pokrovsk, penetrando abbastanza in profondità da minacciare di chiudere in una sacca senza via d’uscita migliaia di soldati ucraini. Sempre quel giorno, a decorrere dal quale la situazione per l’esercito ucraino è costantemente peggiorata, Bohdan Krotevyč, ufficiale di alto livello della brigata Azov e attuale tenente colonnello della Guardia Nazionale, ha riconosciuto pubblicamente che «la linea Pokrovsk-Konstantynivka è, senza esagerare, un disastro totale. E questo disastro è in continua crescita da molto tempo, sta peggiorando di giorno in giorno […]. Pokrovsk e Myrnograd sono quasi circondate. Kostyantynivka è semi-circondata. Il nemico avanza verso Kramatorsk e Druzhkivka». Il presidente Zelensky e gli alti comandi dell’esercito hanno cercato di minimizzare la portata dello sfondamento russo, dichiarando di aver preso adeguate contromisure e accusando Mosca di diffondere propaganda al fine di infondere nelle controparti statunitensi la percezione che la situazione per Kiev stia precipitando in vista del vertice in Alaska tra i presidenti Trump e Putin.
Gianandrea Gaiani

Giornalista, saggista e direttore della rivista «Analisi Difesa». Dal 1988 si occupa di analisi storico-strategiche, studio dei conflitti e reportage dai teatri di guerra. Dal 1991 al 2014 ha seguito sul campo i conflitti nei Balcani, Somalia, Iraq, Afghanistan, Sahara Occidentale, Mozambico e Sahel. È autore di numerosi volumi, tra cui Immigrazione. La grande farsa umanitaria (Aracne Editrice, 2017) e L’ultima guerra contro l’Europa. Come e perché tra Russia, Ucraina e Nato le vittime designate siamo noi (Il Cerchio, 2023).
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