Nel 1991, le indagini condotte dalla Commissione Parlamentare d’inchiesta sul terrorismo in Italia e sulle cause della mancata individuazione dei responsabili delle stragi accesero i riflettori su un vastissimo programma di sorveglianza, pedinamento, controllo telefonico e dossieraggio a carico di politici e imprenditori italiani messo in piedi dal Sifar a partire dal 1959. In particolare, recita la relazione finale redatta dalla Commissione, «con circolare del 26 febbraio 1959 sono state richieste a tutti i capi degli uffici periferici note biografiche e dettagliate notizie sull’attività “comunque svolta” dai deputati e dai senatori. Ogni centro di controspionaggio dovette così compiere un’indagine biografica sui parlamentari compresi nella propria giurisdizione e per ognuno di essi è stato formato un fascicolo […]. Nel 1960 vengono raccolte le notizie biografiche relative a prelati, vescovi e sacerdoti delle varie diocesi […]. Si è avuta così in quel periodo e negli anni successivi una espansione enorme del numero dei fascicoli, fino a giungere alle cifre odierne di 157.000 fascicoli, nei quali 34.000 dedicati ad appartenenti al mondo economico, a uomini politici e ad altre categorie di interesse rilevante per la vita della nazione». Nell’elenco dei soggetti “attenzionati” dal Sifar figurano personalità del calibro di Emilio Colombo, Enrico Mattei, Giuseppe Pella, Luigi Preti, Mario Scelba, Mario Segni, Vittorio Valletta, Luigi Menotti, Silvio Gara e Fiorenzo Angelini. La Commissione ravvisò inoltre che l’attività del Sifar si spingeva ben oltre il dossieraggio a scopo ricattatorio, arrivando alla distorsione deliberata di informazione atta ad enfatizzarne gli aspetti negativi, e perfino alla fabbricazione tout court di notizie compromettenti a carico dei sorvegliati e puntualmente inserite nei relativi fascicoli. Nel corso dei decenni successivi, come dimostrato dal “caso Epstein”, dal “caso Equalize” e da tanti altri, il modus operandi impiegato dal Sifar si è trasformato in una prassi consolidata, che anche se smussata e temperata nei metodi tende ormai a esercitarsi tanto verso gli individui che occupano la sommità della piramide sociale quanto nei confronti dei comuni cittadini. Nonché verso gli Stati.
Marcello Foa

Giornalista, saggista, ex presidente della «Rai» e docente di comunicazione presso l’Università Cattolica di Milano e all’Università della Svizzera italiana di Lugano. È autore di numerosi volumi, tra cui Gli stregoni della notizia. Come si fabbrica informazione al servizio dei governi (Guerini e Associati, 2018), Il sistema (in)visibile. Perché non siamo più padroni del nostro destino (Guerini e Associati, 2022), e La società del ricatto. E come difendersi (Guerini e Associati, 2025).
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