Questa nuova fase della guerra in Ucraina vede il settore di Pokrovsk assumere un ruolo centrale nel fronte del Donbass. L’esercito russo ha accerchiato migliaia di truppe ucraine nel settore che va da Pokrovsk a Myrnohrad. Il presidente Zelensky, dal canto suo, sembra esser passato dalla negazione della realtà all’accettazione quantomeno passiva della situazione, che vede l’Ucraina vacillare sempre più. Non ha tuttavia ordinato il ritiro delle truppe da Pokrovsk.

«Dalle mie fonti risulta che il rapporto di perdite tra ucraini e russi è di 36 a 1. Sono le perdite ucraine ad essere vicine a un milione […]. La guerra d’attrito attuata fin dall’inizio dai russi è stata un successo, sono gli ucraini ad essere sull’orlo del disastro», ha dichiarato ai microfoni di «Sky News Australia» l’ex consigliere del Dipartimento di Stato statunitense James Carden.
L’«Economist», secondo cui il “vecchio continente” è chiamato a reperire circa 389 miliardi di dollari nei prossimi quattro anni per sostenere l’Ucraina, scrive che «l’Europa deve farsi coraggio e riconoscere la propria forza. Il suo budget militare è già 4 volte superiore a quello della Russia. La sua economia 10 volte più grande. Invece di esitare nella battaglia finanziaria con il Cremlino, l’Europa ci si getti a capofitto e vinca la guerra».
Crolla il sostegno militare all’Ucraina
Eppure, il Kiel Institute attesta una caduta verticale della capacità degli sponsor occidentali dell’Ucraina di rifornire adeguatamente Kiev di materiale militare. Si parla di un calo del 57%, emblematico di una tendenza riscontrabile anche tra i sostenitori extraeuropei dell’Ucraina. L’assistenza complessiva è diminuita del 43% nel medesimo arco temporale, a dispetto del pacchetto da 1,2 miliardi di dollari annunciato dal Canada lo scorso agosto.
Dati inequivocabili, attestanti una declinante capacità di rifornire con continuità e regolarità l’Ucraina da parte del gruppo di sostegno internazionale, da cui gli Stati Uniti sono fuoriusciti all’inizio del 2025 per riciclarsi come “piazzisti” a gettone di materiale militare. Il riposizionamento statunitense varato sotto l’amministrazione Trump ha indotto l’Unione Europea a sobbarcarsi gran parte degli oneri e perfino ad allargare ulteriormente i cordoni della borsa per l’acquisto di armamenti statunitensi da trasferire a Kiev, nell’ambito della Prioritized Ukraine Requirements List (Purl) predisposta dalla Nato. Al punto da portare la media mensile degli stanziamenti a favore di Kiev registrata nella prima metà del 2025 al di sopra della quota registrata durante il periodo 2022-2024, nonostante l’interruzione del supporto statunitense.
Gli sforzi addizionali profusi dall’Unione Europea nel primo semestre di quest’anno rendono ancor più sorprendente il cambio di registro emerso rispetto ai mesi di luglio e agosto, che riguarda tuttavia il solo settore militare. Nel bimestre in oggetto è stata infatti erogata assistenza finanziaria e umanitaria per un controvalore di 7,5 miliardi di euro, in perfetta continuità con i mesi precedenti. «Il livello complessivo del sostegno finanziario e umanitario è rimasto relativamente stabile, anche in assenza dei contributi statunitensi. Ora è fondamentale che questa stabilità si estenda anche al sostegno militare, poiché l’Ucraina fa affidamento su di esso per sostenere i propri sforzi di difesa sul terreno», ha sottolineato Cristoph Trebesch, a capo dell’Ukraine Support Tracker del Kiel Institut.

L’efficacia dei sistemi antiaerei dell’Ucraina diminuisce
In questo contesto, la diminuzione della capacità operativa dei sistemi di difesa aerea rappresenta una preoccupazione crescente per la sicurezza nazionale ucraina. La combinazione di una scarsa disponibilità di armamenti e di una riduzione del supporto militare potrebbe compromettere ulteriormente la posizione dell’Ucraina nel conflitto. È imperativo che i partner internazionali valutino attentamente l’importanza di mantenere un flusso costante di assistenza militare, affinché l’Ucraina possa affrontare le sfide in corso e preservare la propria sovranità. La stabilità della regione dipende in gran parte dalla resilienza delle forze armate ucraine in questo momento critico.
Sullo sfondo, le forze missilistiche russe hanno testato con successo il Burevestnik, missile da crociera a propulsione nucleare, e il Poseidon, drone sottomarino anch’esso dotato di propulsione nucleare.
Roberto Buffagni

Scrittore, autore di testi teatrali, studioso di questioni geostrategiche e collaboratore del sito «L’Italia e il Mondo». Ha curato il volume La supercazzola. Istruzioni per l’Ugo (Mondadori, 2006) e tradotto il saggio di Peter Bogdanovich Chi diavolo ha fatto quel film? Conversazioni con registi leggendari (La Nave di Teseo, 2024).
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