Lo scorso 18 settembre, sul «Daily Mail», sir Richard Shirreff, generale britannico ed ex vicecapo del comando supremo alleato in Europa della Nato, delinea i contorni di un immaginario conflitto su larga scala che comincerebbe all’inizio di novembre con un attacco russo contro i Paesi baltici, seguito a strettissimo giro di boa da un’invasione cinese di Taiwan. Per il generale britannico, «la Russia, alla disperata ricerca di sostegno finanziario e militare nella sua prolungata guerra contro l’Ucraina, potrebbe trarre molteplici vantaggi dal ruolo di cane da attacco della Cina, mettendo a nudo la debolezza della Nato e la riluttanza degli Stati Uniti di Donald Trump a intervenire. Ma il mandato di Trump termina di fatto nel 2028. E, per allora, il tardivo piano di riarmo dell’Europa sarà in corso, rafforzando le nostre capacità difensive. Quindi, le potenziali ricompense per Xi e Putin di un attacco a sorpresa contro l’Occidente sono immense. Ma per trarne vantaggio, dovranno agire al più presto. Siamo sull’orlo di un conflitto catastrofico tra superpotenze su due fronti – la definizione stessa di guerra mondiale». Nello scenario ipotetico immaginato da Shirreff, gli Stati Uniti si tengono completamente fuori da entrambi i fronti, accettano di buon grado la conquista dei Paesi baltici ad opera della Russia e si limitano a minacciare pesanti sanzioni contro la Cina. Così, scrive Shirreff, «in soli cinque giorni, l’equilibrio del potere globale è cambiato radicalmente. La Cina ha conquistato il premio che desiderava da tempo. La Russia ha garantito la conquista finale dell’Ucraina e ha iniziato a reclamare i Paesi baltici. La Nato si è disintegrata. L’Europa sta preparando una nuova alleanza con l’Estremo Oriente. E la Gran Bretagna si è rivelata una piccola isola incapace di difendersi meglio di Taiwan». Parallelamente, il presidente Trump ha pubblicato un post sul suo profilo Truth in cui si legge che: «dopo aver compreso appieno la situazione militare ed economica tra Ucraina e Russia e dopo aver visto i problemi economici che sta causando alla Russia, penso che l’Ucraina, con il sostegno dell’Unione Europea, sia in grado di combattere e riconquistare tutta l’Ucraina nella sua forma originale. Con il tempo, la pazienza e il sostegno finanziario dell’Europa e, in particolare, della Nato, il recupero dei confini originali da cui è iniziata questa guerra rappresenta un’opzione valida. La Russia sta combattendo senza meta da tre anni e mezzo, una guerra che avrebbe dovuto richiedere meno di una settimana per essere vinta da una vera potenza militare. La Russia non ci è riuscita. In effetti, sembra una “tigre di carta”. Quando le persone che vivono a Mosca e in tutte le grandi città, Paesi e distretti in tutta la Russia, scopriranno cosa sta realmente succedendo con questa guerra […], dove la maggior parte dei loro soldi viene spesa per combattere l’Ucraina, che ha un Grande Spirito e sta solo migliorando, sarà in grado di riprendersi il proprio Paese nella sua forma originale e, chissà, forse anche di andare oltre! Putin e la Russia sono in grossi guai economici e questo è il momento per l’Ucraina di agire. In ogni caso, auguro ogni bene a entrambi i Paesi. Continueremo a fornire armi alla Nato affinché ne faccia ciò che vuole. In bocca al lupo a tutti!». Un messaggio sconcertante, ma perfettamente coerente con la linea del “disimpegno” sposata dal governo di Washington che intende ormai dichiaratamente rifilare la “patata bollente” del sostegno all’Ucraina all’Unione Europea.
Francesco Cosimato

Generale di brigata, paracadutista militare, direttore di lancio e ispettore per attività di controllo degli armamenti. Ha ricoperto numerosi incarichi di comando e staff, tra cui missioni in Somalia, Bosnia e Kosovo. Ha comandato unità come il I Gruppo del 33° Reggimento artiglieria terrestre Acqui e il 21° Reggimento Artiglieria Trieste. Ha operato presso lo Stato Maggiore dell’esercito e la Nato. Collabora con svariati giornali e riviste, tra cui «Krisis».
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