L’accerchiamento di Pokrovsk continua a far discutere. Secondo l’Institute for the Study of the War (Isw), think-tank statunitense facente capo a Robert Kagan, «le avanzate a Pokrovsk e nei dintorni negli ultimi giorni suggeriscono che le forze russe stiano dando priorità alla conquista dell’insediamento».
Accerchiamento di Pokrovsk: una realtà ormai consolidata
Il timore è che «Mosca potrebbe cercare di sfruttare gli effetti informativi che l’accerchiamento di Pokrovsk e la successiva conquista della città probabilmente genererà, o potrebbe sperare che la conquista di Pokrovsk faciliti un successivo sforzo per chiudere la sacca. I contrattacchi ucraini sul fianco settentrionale della sacca e la continua presenza ucraina all’interno di Pokrovsk stanno complicando l’avanzata russa e la sua capacità di chiudere la sacca».

Il think-thank si domanda perché «il comando militare russo non sta adottando le misure standard che ci si aspetterebbe in una simile configurazione del campo di battaglia, ovvero concentrare forze e mezzi sul completamento dell’accerchiamento, che normalmente sarebbe il modo più rapido e meno costoso per conquistare l’intera area».
Oltre all’accerchiamento di Pokrovsk, le forze armate russe proseguono l’offensiva negli oblast’ di Donec’k, Zaporižžja e Dnipropetrovsk, incrementando la velocità di penetrazione in territorio ucraino.
Quasi 100.000 uomini ucraini in età da combattimento hanno lasciato il Paese nei mesi di agosto e settembre, sulla scia dell’allentamento delle regole in materia di espatrio disposto dal presidente Zelensky.
La fuoriuscita di giovani va a sovrapporsi a crescenti problemi legati al reclutamento. I dati ufficiali, pubblicati da Kiev tra il 2024 e il 2025, attestano circa 1,5 milioni di evasori amministrativi (cittadini che nonhanno aggiornato i loro dati entro i termini di legge) e oltre 290.000procedimenti penali aperto per reati legati all’abbandono del servizio.
Il sindaco di Kiev Vitalij Klitčko ha dichiarato a «Politico» che l’Ucraina sta riscontrando enormi difficoltà nel racimolare le risorse umane necessarie per sostenere il conflitto e che i russi avanzano costantemente. Klitčko ha aggiunto che, mentre l’attenzione generale rimane focalizzata sull’accerchiamento di Pokrovsk, le truppe russe stanno avanzando senza sosta.
Secondo le regole attuali, gli ucraini possono essere mobilitati a partire dai 25 anni. A suo avviso, tuttavia, «si potrebbe abbassare la soglia di reclutamento di un anno o due, a 23 o 22 anni».
Di fronte al costante peggioramento della situazione sul campo di battaglia ucraino, emblemizzato dall’accerchiamento di Pokrovsk, l’ex segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen ha invocato in un’intervista al «Guardian» il dispiegamento immediato di truppe Nato a ridosso del fronte.
Alle crescenti, conclamate difficoltà registrate sul campo di battaglia corrisponde una crisi dicredibilità che investe l’intera classe politica ucraina. Timur Mindich, ex socio e stretto collaboratore del presidente Zelensky, è fuggito dal Paese poche ore prima che le forze di polizia perquisissero i suoi appartamenti e uffici, trovando pacchi di banconote da 200 euro, water d’oro, ecc.

Pochi giorni dopo, il ministro della Giustizia Herman Haluščenko e il ministro dell’Energia Svitlana Hrynčuk sono stati invitati a dimettersi dallo stesso Zelensky in quanto coinvolti nella vicenda, che sembra allargarsi anche a Rustem Umerov, ex ministro della Difesa e attuale segretario del Consiglio di Sicurezza ucraino. Il tutto mentre, sul fronte, l’accerchiamento di Pokrovsk si completava e i russi avanzavano in vari settori.
Parallelamente, la presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen ha inviato una lettera ai 27 Paesi membri dell’Unione Europea, in cui si quantifica in 70 miliardi di euro il fabbisogno dell’Ucraina per il 2026 e in 64 miliardi per il 2027. Nella missiva si legge che: «Il deficit finanziario dell’Ucraina è significativo. Secondo le proiezioni preliminari del Fondo Monetario Internazionale, ipotizzando che la guerra finisca entro la fine del 2026 e tenendo già conto di tutto il sostegno promesso, l’Ucraina dovrà comunque affrontare un enorme deficit che non potrà essere colmato senza l’iniezione di nuovi fondi».
E ancora: «nei vari scenari che l’Ucraina sta prendendo in considerazione, nei prossimi anni dovrà far fronte a notevoli esigenze di bilancio e militari. Gli obiettivi strategici immediati dell’Ucraina sono stabilizzare il fronte, combattere gli attacchi russi alla loro origine e continuare il potenziamento a breve e medio termine delle sue forze armate».
Così, scrive la Von der Leyen, il governo di Kiev «cerca di difendere la sua popolazione, proteggere le sue infrastrutture civili e militari critiche, sia in combattimenti ravvicinati che con attacchi in profondità. Dei 103,2 miliardi di euro di fabbisogno militare previsto per il 2026, l’Ucraina può finanziarne la metà, lasciando un divario di 51,6 miliardi di euro. Tale divario deve essere coperto dai partner, oltre al necessario sostegno macrofinanziario».
Le osservazioni formulate dalla presidente della Commissione Europea riportano automaticamente in auge il tema della confisca dei beni della Bank of Russia depositati presso Euroclear e altri istituti e attualmente sottoposti a congelamento.
Intanto, il presidente Macron ha sottoscritto con Zelensky un’intesa implicante la fornitura a Kiev di 100 aerei da combattimento Rafale oltre a «droni, intercettori di droni, bombe guidate e impegni di produzione». Nonché «l’acquisizione di nuovi sistemi di difesa aerea», con riferimento ai sistemi Samp-T di nuova generazione.
Gianandrea Gaiani

Giornalista, saggista e direttore della rivista «Analisi Difesa». Dal 1988 si occupa di analisi storico-strategiche, studio dei conflitti e reportage dai teatri di guerra. Dal 1991 al 2014 ha seguito sul campo i conflitti nei Balcani, Somalia, Iraq, Afghanistan, Sahara Occidentale, Mozambico e Sahel. È autore di numerosi volumi, tra cui Immigrazione. La grande farsa umanitaria (Aracne Editrice, 2017) e L’ultima guerra contro l’Europa. Come e perché tra Russia, Ucraina e Nato le vittime designate siamo noi (Il Cerchio, 2023).
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