Durante la conferenza stampa tenutasi a margine della sua visita diplomatica in Kirghizistan in occasione del vertice dell’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettivo, il presidente Putin è tornato sul piano Usa per l’Ucraina predisposto dall’amministrazione Trump.

Cosa ha dichiarato Putin riguardo al piano Usa per l’Ucraina
Più specificamente, l’inquilino del Cremlino ha spiegato che:
- il piano Usa per l’Ucraina è stato suddiviso in quattro parti e trasmesso alla Russia tramite canali secondari;
- la Federazione Russa è generalmente d’accordo sul fatto che il piano Usa per per l’Ucraina può fungere da base per gli accordi futuri;
- il piano Usa per l’Ucraina deve essere «tradotto nella lingua diplomatica», dal momento che alcuni punti sono presentati in modo quasi spiritoso;
- la Federazione Russa prende atto che, nel complesso, il piano Usa per l’Ucraina predisposto dall’amministrazione Trump tiene in considerazione la sua posizione;
- ogni singola parola del piano Usa per l’Ucraina deve essere discussa seriamente;
- la sospensione del conflitto e il contestuale avvio delle trattative di pace è possibile fin da subito, se l’esercito ucraino si ritira dai territori delle Repubbliche di Donec’k e Lugansk e dalle Regioni di Kherson e Zaporižžja;
- a differenza da quanto previsto dal piano Usa per l’Ucraina, la Federazione Russa esige il riconoscimento de jure dell’incorporazione dei cinque oblast’ annessi tra il 2014 e il 2022, affinché una eventuale nuova offensiva ucraina non possa essere rivendicata come liberazione di quei territori, ma come atto di aggressione;
- le dichiarazioni relative alla possibilità di un attacco russo contro l’Europa sono menzogne, strumentali o agli interessi delle aziende di difesa private, o alla crescita degli indici di gradimento dei politici europei in un contesto economico disastroso;
- una delegazione diplomatica statunitense raggiungerà Mosca la prossima settimana per discutere il piano Usa per l’Ucraina;
- allo stato attuale, non ci sono le condizioni per accordarsi legalmente con l’Ucraina.
Putin si è anche espresso in merito alle accuse mosse di recente contro Steve Witkoff, inviato speciale dell’amministrazione Trump.
Nei giorni scorsi, «Bloomberg» ha pubblicato la trascrizione di una presunta telefonata confidenziale di cinque minuti intercorsa tra lo stesso Witkoff e il consigliere diplomatico del Cremlino Jurj Ushakov. Dalla trascrizione emerge che Witkoff avrebbe fornito al proprio interlocutore russo indicazioni in merito alla postura da adottare nei confronti del presidente Trump, e perfino riguardo al tipo di proposta diplomatica da predisporre.
Lo scoop di «Bloomberg» intacca l’immagine di Witkoff, le cui quotazioni in seno all’amministrazione Trump sono in forte aumento assieme a quelle del segretario alle Forze Armate Daniel Driscoll. Sembra invece irreversibilmente tramontata la parabola del generale Keith Kellogg, la cui fuoriuscita dall’amministrazione Trump prevista per gennaio, scrive il «Kiev Independent», «lascia l’Ucraina senza il suo “campione statunitense” in un momento di crisi».
Di qui i pesanti interrogativi sollevati sul chi e il perché abbia trasmesso alla stampa il contenuto di una telefonata regolarmente condotta su canali governativi crittografati. Sono in molti a ipotizzare che l’intera vicenda si inscriva in un aspro confronto interno alla classe dirigente repubblicana tra due fazioni principali, facenti rispettivamente capo a personaggi antitetici come il segretario di Stato Marco Rubio e il vicepresidente Jd Vance.
Secondo Putin, «coloro che attaccano Witkoff hanno una posizione di ostilità nei confronti del piano Usa per l’Ucraina, e vorrebbero continuare a rubare denaro di concerto con l’attuale governo di Kiev, combattendo fino all’ultimo uomo. In ogni caso, noi siamo pronti».
Dichiarazioni dello stesso tenore sono state formulate dal portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov, a detta del quale «le richieste di licenziamento nei confronti di Witkoff in seguito alle fughe di notizie mirano a sabotare il piano Usa per l’Ucraina e tutte le iniziative finalizzate a una risoluzione della crisi in Ucraina».
Il cancelliere Merz, dal canto suo, ha confermato che «affinché venano avviati veri negoziati, a Putin deve essere chiaramente dimostrata l’inutilità delle sue azioni militari. Ed è per questo che dico: non indeboliremo il nostro sostegno all’Ucraina. Sosterremo il popolo ucraino per tutto il tempo necessario. E vogliamo rendere disponibili i beni russi congelati proprio a questo scopo. Putin deve capire che non ha alcuna possibilità di vincere questa guerra a scapito dell’ordine europeo di libertà e pace».
Il Capo di Stato Maggiore delle forze armate francesi, generale Fabien Mandon, si è spinto ben oltre. L’alto ufficiale francese, molto vicino al presidente Macron, ha dichiarato che i cittadini francesi «devono essere pronti a perdere i loro figli» nell’ambito di una possibile guerra contro la Russia. «Disponiamo di tutta la conoscenza e la potenza economica e demografica per dissuadere la Russia, ma se la Francia non sarà pronta a perdere i suoi figli e a sopportare un prezzo economico a causa di un cambiamento nelle priorità, allora siamo in pericolo», ha aggiunto.
Nel frattempo, le due agenzie anti-corruzione di Kiev hanno sottoposto a perquisizione l’abitazione del capo dell’amministrazione presidenziale Andriy Yermak, nell’ambito delle indagini che hanno portato all’incriminazione di diversi esponenti chiave del governo e della cerchia ristretta del presidente Zelensky.
Jacques Baud

Saggista ed ex colonnello dell’intelligence svizzera specializzato in questioni russe ed europee, con impieghi presso la Nato e le Nazioni Unite. È autore di numerosi volumi, tra cui Operation Z. The hidden truth of the war in Ukraine revealed (Max Milo, 2022), Ukraine between war and peace (Max Milo, 2023), The Russian art of War (Max Milo 2024, disponibile anche in italiano), Operation al-Aqsa Flood. The defeat of the vanquisher (Max Milo, 2024, disponibile anche in italiano), Covert wars in Ukraine (Max Milo, 2025, disponibile anche in italiano).
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