Il 15° piano quinquennale Cina è stato definito dal Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese durante il Quarto Plenum, in cui sono state fissate le linee guida del nuovo programma. Gli obiettivi perseguiti dal nuovo piano vertono soprattutto sul rilancio dei consumi domestici e sull’aumento dell’autonomia strategica del Paese nei settori critici di scienza e tecnologia, in un contesto di crescenti tensioni con gli Stati Uniti.
Il contenuto del 15° Piano Quinquennale della Cina
Più specificamente, si legge nel comunicato ufficiale in cui si parla del 15° Piano Quinquennale, il Partito Comunista Cinese ha annunciato l’intenzione di adottare politiche intese a «migliorare in modo sostanziale il livello di autosufficienza e di forza scientifica e tecnologica […]. Entro il 2035, la forza economica, la capacità scientifica e tecnologica, la difesa nazionale, il potere complessivo e l’influenza internazionale della Cina cresceranno in modo significativo […]. Il Paese si trova ad affrontare una fase in cui le opportunità strategiche coesistono con rischi e sfide, e incertezze e fattori imprevedibili sono in costante aumento».

Durante il 15° Piano Quinquennale, occorre realizzare «progressi significativi nello sviluppo di alta qualità; miglioramenti sostanziali nell’autosufficienza e nella solidità scientifica e tecnologica; ulteriori passi in avanti nell’attuazione delle riforme economiche; importanti progressi culturali ed etici a livello di società; ulteriori miglioramenti nella qualità della vita e nel rafforzamento della sicurezza nazionale».
Al termine del 15° Piano Quinquennale, il Paese sarà inoltre chiamato ad «accelerare la modernizzazione agricola e rurale, adottare misure concrete per promuovere la rivitalizzazione rurale a 360° e accelerare la transizione verde a tutti i livelli». Nel corso del Quarto Plenum, i quadri del Partito Comunista Cinese hanno infine espresso «una valutazione estremamente positiva dei principali risultati di sviluppo della Cina durante il periodo del 14° Piano Quinquennale (2021-2025), che ha segnato un periodo epocale e straordinario per lo sviluppo del Paese».
14° contro 15° Piano Quinquennale della Cina
Come osserva il professor Fabio Massimo Parenti: «durante il periodo del 14° Piano Quinquennale (2021 25), la Cina ha consolidato il suo ruolo come partner commerciale leader a livello mondiale, firmando centinaia di accordi di cooperazione con autorità doganali straniere per semplificare i flussi transfrontalieri».
Allo stesso tempo, «il commercio con i membri del Regional Comprehensive Economic Partnership rappresenta oltre il 30% del commercio totale cinese negli ultimi anni, sostenendo gli esportatori e rafforzando i poli regionali delle catene di approvvigionamento centrati su Asean, Giappone, Corea del Sud e Australia. Questo focus regionale ha aiutato le imprese cinesi a diversificare le rotte di mercato e a mitigare la dipendenza da shock della domanda in un solo Paese».

Quindi, «tra il 2021 e il 2025 il risultato è stato una stabilizzazione e un recupero dei flussi commerciali dopo lo shock del Covid 19, un’accelerazione delle riforme pilota all’interno delle Free Trade Zone, e una spinta più netta a trasformare la scala produttiva in esportazioni di valore più elevato, guidate dalla tecnologia».
Dal 2013, «sono state istituite 22 zone pilota di libero scambio, incluso il porto di libero scambio nell’isola meridionale di Hainan. Le Free Trade Zone pilota hanno lo scopo di testare una serie di innovazioni nelle regolamentazioni, nelle procedure e nella digitalizzazione al fine di facilitare il commercio e gli investimenti».
Il risultato più tangibile dell’attuale Piano Quinquennale «è stato l’aumento costante dei beni high-tech nel paniere delle esportazioni della Cina. I semiconduttori, i circuiti integrati, le apparecchiature per le telecomunicazioni e le macchine per l’elaborazione dati hanno costituito una quota crescente delle esportazioni negli ultimi anni, raggiungendo il 18,2% nel 2024, riflettendo sia investimenti interni nella produzione avanzata sia la forte domanda globale per l’elettronica cinese e i veicoli elettrici – elementi che dimostrano che il paese sta colmando le lacune nei segmenti a valore più elevato anche in presenza di vincoli tecnologici esterni».
Queste mosse «sostengono una narrazione per cui l’apertura è continua: le riforme sono testate nelle Free Trade Zone e nei canali finanziari prima di un’applicazione più ampia. Con questi precedenti in mente, possiamo senz’altro iniziare a guardare con favore al 15° Piano Quinquennale (2026-30)».
Maurizio Hu

Startupper e imprenditore italo-cinese.
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