La guerra russo-ucraina si avvicina alla stagione invernale, che secondo la rivista «Foreign Affairs» potrebbe vedere la Russia puntare alla conquista dell’intera area russofona. E quindi spingersi verso il alla cattura almeno di tre oblast’ – Kharkiv, Mykolaiv e Odessa – supplementari a quelli già formalmente annessi. L’obiettivo finale consisterebbe tuttavia nell’assorbimento “informale” dell’Ucraina, attraverso l’esercizio della pressione economica in un’ottica di sottomissione politica di Kiev.

Secondo la pubblicazione statunitense, i vantaggi su cui Mosca può contare in materia di produzione di missili e droni, combinati alla penuria di sistemi di difesa aerea e di personale adeguatamente addestrato accusata da Kiev, rischiano di condurre a un esito catastrofico.
Guerra russo-ucraina: la situazione
Nel frattempo, all’assedio di Pokrovsk e ai significativi avanzamenti nei settori di Zaporižžja e Kharkiv hanno fatto seguito imponenti attacchi missilistici contro Kramatorsk e l’intera infrastruttura energetica ucraina. Nello specifico, la compagnia energetica ucraina Centrenergo ha denunciato «il più massiccio attacco alle nostre centrali termoelettriche dall’inizio dell’invasione su vasta scala. Un numero senza precedenti di missili e innumerevoli droni – diversi al minuto – hanno preso di mira le stesse centrali termoelettriche che avevamo ripristinato dopo il devastante attacco del 2024 […]. È passato meno di un mese dall’attacco precedente, e stanotte il nemico ha attaccato simultaneamente l’intera produzione di energia dell’Ucraina. Le centrali sono in fiamme. Attualmente, la produzione di energia è ridotta a zero. Zero! Abbiamo perso ciò che stavamo ricostruendo. Completamente!».

La capacità degli sponsor occidentali di sostenere adeguatamente Kiev, documenta il Kiel Institute, è in caduta libera. Si parla di un calo del 57%, emblematico di una tendenza riscontrabile anche tra i sostenitori extraeuropei dell’Ucraina. L’assistenza complessiva è diminuita del 43% nel medesimo arco temporale, a dispetto del pacchetto da 1,2 miliardi di dollari annunciato dal Canada lo scorso agosto.
Dati inequivocabili, attestanti una declinante capacità di rifornire con continuità e regolarità i soldati ucraini da parte del gruppo di sostegno internazionale, da cui gli Stati Uniti sono fuoriusciti all’inizio del 2025 per riciclarsi come “piazzisti” a gettone di materiale militare.
Il riposizionamento statunitense varato sotto l’amministrazione Trump rispetto alla guerra russo-ucraina ha indotto l’Unione Europea a sobbarcarsi gran parte degli oneri legati alla prosecuzione della guerra e perfino ad allargare ulteriormente i cordoni della borsa per l’acquisto di armamenti statunitensi da trasferire a Kiev, nell’ambito della Prioritized Ukraine Requirements List (Purl) predisposta dalla Nato. Al punto da portare la media mensile degli stanziamenti a favore di Kiev registrata nella prima metà del 2025 al di sopra della quota registrata durante il periodo 2022-2024, nonostante l’interruzione del supporto statunitense.
Il declino delle forniture militari a beneficio di Kiev si accompagna per di più, scrive «Bloomberg», al dissesto generalizzato dei conti pubblici, imputato a leader deboli e finanze insostenibili, di gran parte dei Paesi europei. In tali condizioni, sostenere la guerra russo-ucraina diventa sempre più difficile.
Di fronte al costante peggioramento della guerra russo-ucraina, l’ex segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen ha invocato in un’intervista al «Guardian» il dispiegamento immediato di truppe Nato a ridosso del fronte: «se non attueremo cambiamenti radicali nella strategia, ci troveremo di fronte a una guerra senza fine. Putin non ha alcun incentivo a impegnarsi in negoziati di pace finché pensa di poter vincere sul campo di battaglia. Sono necessari cambiamenti di ritmo e di mentalità».
A livello di politica interna ucraina, si registra l’ennesimo caso di corruzione, che ha visto Timur Mindich, ex socio e stretto collaboratore del presidente Zelensky, fuggire dal Paese poche ore prima che le forze di polizia perquisissero i suoi appartamenti e uffici.
Nel Mar dei Caraibi, intanto, la portaerei Uss Gerald Ford raggiunge l’imponente gruppo navale statunitense, comprensivo di cacciatorpediniere, incrociatori e sottomarini a propulsione nucleare, schierato nelle acque internazionali prospicienti le coste del Venezuela.
Alex Krainer

Analista finanziario, ricercatore, trader e gestore di hedge fund. È fondatore di Krainer Analytics e creatore di I-System Trend Following.
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