Le forze armate russe hanno accerchiato migliaia di soldati ucraini in una sacca che racchiude le città di Pokrovsk e Myrnohrad. Il presidente Putin, dal canto suo, ha proclamato una tregua provvisoria circoscritta al settore per permettere a giornalisti di ogni nazionalità di entrare e documentare la situazione. Ha quindi esortato i soldati ucraini ivi intrappolati alla resa, in una sorta di riedizione dell’assedio dell’acciaieria Azovstal di Marjupol del 2022.

Parallelamente, il Kiel Institute attesta una caduta verticale della capacità degli sponsor occidentali dell’Ucraina di rifornire adeguatamente i soldati ucraini di materiale militare.
Il Kiel Institute attesta una caduta verticale della capacità degli sponsor occidentali dell’Ucraina di rifornire adeguatamente Kiev di materiale militare. Si parla di un calo del 57%, emblematico di una tendenza riscontrabile anche tra i sostenitori extraeuropei dell’Ucraina. L’assistenza complessiva è diminuita del 43% nel medesimo arco temporale, a dispetto del pacchetto da 1,2 miliardi di dollari annunciato dal Canada lo scorso agosto.
Dati inequivocabili, attestanti una declinante capacità di rifornire con continuità e regolarità i soldati ucraini da parte del gruppo di sostegno internazionale, da cui gli Stati Uniti sono fuoriusciti all’inizio del 2025 per riciclarsi come “piazzisti” a gettone di materiale militare. Il riposizionamento statunitense varato sotto l’amministrazione Trump ha indotto l’Unione Europea a sobbarcarsi gran parte degli oneri e perfino ad allargare ulteriormente i cordoni della borsa per l’acquisto di armamenti statunitensi da trasferire a Kiev, nell’ambito della Prioritized Ukraine Requirements List (Purl) predisposta dalla Nato. Al punto da portare la media mensile degli stanziamenti a favore di Kiev registrata nella prima metà del 2025 al di sopra della quota registrata durante il periodo 2022-2024, nonostante l’interruzione del supporto statunitense.
Gli sforzi addizionali profusi dall’Unione Europea nel primo semestre di quest’anno rendono ancor più sorprendente il cambio di registro emerso rispetto ai mesi di luglio e agosto, che riguarda tuttavia il solo settore militare. Nel bimestre in oggetto è stata infatti erogata assistenza finanziaria e umanitaria per un controvalore di 7,5 miliardi di euro, in perfetta continuità con i mesi precedenti. «Il livello complessivo del sostegno finanziario e umanitario è rimasto relativamente stabile, anche in assenza dei contributi statunitensi. Ora è fondamentale che questa stabilità si estenda anche al sostegno militare, poiché l’Ucraina fa affidamento su di esso per sostenere i propri sforzi di difesa sul terreno», ha sottolineato Cristoph Trebesch, a capo dell’Ukraine Support Tracker del Kiel Institut.
La penuria di armi e munizioni accusata dai soldati ucraini va peraltro a combinarsi con un netto calo dell’efficacia dei sistemi di difesa aerea Patriot, con conseguente aumento della distruttività degli attacchi missilistici russi e incremento delle vittime tra le fila ucraine. «Dalle mie fonti risulta che il rapporto di perdite tra ucraini e russi è di 36 a 1. Sono le perdite ucraine ad essere vicine a un milione […]. La guerra d’attrito attuata fin dall’inizio dai russi è stata un successo, sono gli ucraini ad essere sull’orlo del disastro», ha dichiarato ai microfoni di «Sky News Australia» l’ex consigliere Dipartimento di Stato statunitense James Carden.
La piega assai difficilmente reversibile presa dal conflitto indebolisce la posizione dei soldati ucraini e rafforza la posizione negoziale della Russia, che l’amministrazione Trump ha recentemente bersagliato con sanzioni dirette contro le compagnie petrolifere russe Rosneft e Lukoil. Sullo sfondo, le forze missilistiche russe hanno testato con successo il Burevestnik, missile da crociera a propulsione nucleare, e il Poseidon, drone sottomarino anch’esso dotato di propulsione nucleare.
Jacques Baud

Saggista ed ex colonnello dell’intelligence svizzera specializzato in questioni russe ed europee, con impieghi presso la Nato e le Nazioni Unite. È autore di numerosi volumi, tra cui Operation Z. The hidden truth of the war in Ukraine revealed (Max Milo, 2022), Ukraine between war and peace (Max Milo, 2023), The Russian art of War (Max Milo 2024, disponibile anche in italiano), Operation al-Aqsa Flood. The defeat of the vanquisher (Max Milo, 2024, disponibile anche in italiano), Covert wars in Ukraine (Max Milo, 2025, disponibile anche in italiano).
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