Dopo l’ennesima denuncia di “sconfinamento” russo in territorio Nato, con tanto di riattivazione dell’articolo 4 dell’Alleanza Atlantica, il presidente Trump ha pubblicato un post sul suo profilo Truth in cui si legge che: «penso che l’Ucraina, con il sostegno dell’Unione Europea, sia in grado di combattere e riconquistare tutta l’Ucraina nella sua forma originale. Con il tempo, la pazienza e il sostegno finanziario dell’Europa e, in particolare, della Nato, il recupero dei confini originali da cui è iniziata questa guerra rappresenta un’opzione valida. La Russia sta combattendo senza meta da tre anni e mezzo, una guerra che avrebbe dovuto richiedere meno di una settimana per essere vinta da una vera potenza militare. La Russia non ci è riuscita. In effetti, sembra una “tigre di carta”. Le persone che vivono a Mosca e in tutte le grandi città, paesi e distretti in tutta la Russia, scopriranno cosa sta realmente succedendo con questa guerra […], dove la maggior parte dei loro soldi viene spesa per combattere l’Ucraina. L’Ucraina, che ha un Grande Spirito e sta solo migliorando, sarà in grado di riprendersi il proprio Paese nella sua forma originale e, chissà, forse anche di andare oltre! Putin e la Russia sono in grossi guai economici e questo è il momento per l’Ucraina di agire. In ogni caso, auguro ogni bene a entrambi i Paesi. Continueremo a fornire armi alla Nato affinché ne faccia ciò che vuole. In bocca al lupo a tutti!». Il messaggio, scrive il «Telegraph» britannico, è chiaro: «Trump si lava le mani della guerra in Ucraina […]. Piuttosto che promettere nuovo sostegno a Kiev o intensificare l’azione contro la Russia, Trump sembra passare il testimone all’Europa e alla Nato […]. Dopo aver messo in gioco così tanto della sua reputazione per portare Putin in Alaska per colloqui e aver messo se stesso al centro dei negoziati, Trump ha imparato una dura lezione: porre fine a una guerra è difficile. Sembra che ne abbia avuto abbastanza». In Medio Oriente, nel frattempo, Arabia Saudita e Pakistan hanno siglato un accordo di mutua difesa molto stretto in seguito all’attacco sferrato da Israele nel cuore del Qatar, mentre all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, parallelamente, Francia, Regno Unito, Andorra, Belgio, Lussemburgo, Portogallo, Malta, San Marino, Australia e Canada hanno riconosciuto lo Stato di Palestina, portando a quota 150 il numero dei Paesi che hanno assunto questa decisione. L’elenco comprende gran parte dei Paesi africani e asiatici, ma non gli Stati Uniti, l’Italia, la Germania, il Giappone e la Corea del Sud.
Fabio Mini

Generale di corpo d’armata, saggista e collaboratore de «Il Fatto Quotidiano». Ha comandato tutti i livelli di unità da combattimento e prestato lunghi periodi di servizio negli Stati Uniti, in Cina, nei Balcani e nella Nato. È stato Capo di Stato Maggiore del Comando Alleato del Sud Europa e comandante della forza internazionale di sicurezza in Kosovo. È autore di numerosi volumi, tra cui Le regole della guerra. Un commento alle massime di Quinton alla luce del conflitto in Ucraina (Mimesis, 2022), L’Europa in guerra (PaperFirst, 2023), La Nato in guerra. Dal patto di difesa alla frenesia bellica (Dedalo, 2025).
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