Secondo il Cremlino, Unione Europea e Gran Bretagna starebbero moltiplicando gli sforzi per sabotare il dialogo russo-statunitense intravedendo dietro il vertice in Alaska tra i presidenti Trump e Putin la concreta possibilità che Washington interrompa definitivamente il flusso di armi e finanziamenti all’Ucraina. Sul versante levantino, invece, il governo Netanyahu continua a difendere a spada tratta il piano di occupazione della Striscia di Gaza, nonostante la ferma contrarietà esternata dal Capo di Stato Maggiore dell’Israeli Defense Force Eyal Zamir e le reazioni negative suscitate a livello internazionale. Alle condanne ufficiali formulate da Cina, Russia e Arabia Saudita hanno fatto seguito prese di posizione di analogo tenore dell’Unione Europea e di gran parte dei suoi Paesi membri. A partire dalla Germania, spintasi a interrompere la fornitura di armi a Tel Aviv. Perfino i rapporti con la Gran Bretagna rischiano di risentire della linea d’azione israeliana. Trump, dal canto suo, ha dichiarato che gli Stati Uniti non interferiranno in alcun modo, sottolineando che gli oneri e la responsabilità di quanto accadrà ricadono unicamente su Israele. Sullo sfondo, India, Cina e Brasile reagiscono con fermezza alle pressioni economiche e politiche esercitate da Stati Uniti e Unione Europea, riaffermando la propria sovranità e pianificando un approfondimento strutturale della cooperazione reciproca nell’ambito di organismi quali il Brics e la Shanghai Cooperation Organisation.
Elena Basile

Saggista, scrittrice, collaboratrice del «Fatto Quotidiano» ed diplomatica con trascorsi come ambasciatrice in Belgio e Svezia. È autore di numerosi volumi, tra cui Un insolito trio (La Lepre Edizioni, 2023), L’Occidente e il nemico permanente (PaperFirst, 2024), Frammenti di Bruxelles (Sandro Teti Editore, 2024), Il mondo a piacimento (Giannini Editore, 2025).
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