Nei giorni scorsi, il presidente Trump ha annunciato di aver ordinato lo spostamento di due sottomarini nucleari in “aree appropriate” più vicine alla Russia, a margine di un battibecco consumato sui social media che ha coinvolto anche il senatore Lindsey Graham e il vicepresidente del Consiglio di Sicurezza della Federazione Russa Dmitrij Medvedev. Una mossa sotto molti aspetti sconcertante, che Mosca ha sostanzialmente ignorato in attesa di ricevere la visita dell’inviato speciale statunitense Steve Witkoff e di cui gli stessi vertici del Pentagono hanno minimizzato la portata limitandosi a precisare che “si rimettono” alle dichiarazioni del presidente. Il Cremlino, in compenso, ha pubblicamente reso noto di non sentirsi più vincolato all’osservanza del Trattato sulle forze nucleari a raggio intermedio, da cui gli Stati Uniti si erano ritirati unilateralmente nel 2019. L’annuncio, che fa seguito al trasferimento di bombe nucleari statunitensi B61-12 in Gran Bretagna per la prima volta da 17 anni, apre il varco allo schieramento di missili Orešnik sul territorio bielorusso, che la Russia pianifica di ultimare entro la fine dell’anno. Va intanto esaurendosi la finestra temporale accordata da Trump al Cremlino per raggiungere un accordo negoziale con Kiev, chiusa la quale scatterebbero le sanzioni secondarie che prenderebbero di mira i principali partner commerciali della Russia. A partire da Cina e, soprattutto India, stigmatizzata pubblicamente dall’inquilino della Casa Bianca per le sue elevatissime barriere tariffarie e per l’ostinata perseveranza di Nuova Delhi ad approvvigionarsi di idrocarburi dalla Russia. La risposta indiana si è declinata, per il momento, sotto forma interruzione delle trattative in corso per l’acquisto di uno stormo di F-35, accompagnata da una durissima nota diplomatica in cui si sottolinea l’incredibile ipocrisia statunitense ed europea.
Francesco Dall’Aglio

Medievista, saggista, ricercatore presso l’Istituto di Studi Storici al Dipartimento di Storia Medievale dell’Accademia delle Scienze di Sofia e gestore del canale Telegram «War Room». È coautore del volume, scritto assieme a Carlo Ziviello, Oppenheimer, Putin e altre storie sulla bomba (Ad Est dell’Equatore, 2023).
SOSTEGNO
GoFundMe
https://www.gofundme.com/f/la-crescita-de-il-contesto