Dopo una fase di titubanza che aveva indotto a ritenere che fosse stato messo irreparabilmente in ginocchio dall’attacco israeliano, l’Iran ha sferrato una durissima rappresaglia che ha palesemente colto di sorpresa la classe dirigente di Tel Aviv per portata ed efficacia. Al punto da spingere il governo guidato da Netanyahu a richiedere l’intervento degli Stati Uniti, che per tramite del presidente Trump si sono mostrati possibilisti in merito al raggiungimento di un accordo, nonostante l’Iran abbia annunciato il ritiro dai negoziati accusando Washington di coinvolgimento nell’Operazione Rising Lion. Posizioni critiche nei confronti della Casa Bianca di fatto speculari a quelle iraniane sono state assunte anche da figure chiave della galassia che sostiene il movimento “Maga”, come Tucker Carlson, Rand Paul e Merjorie Taylor Greene. Parallelamente, le monarchie sunnite del Golfo Persico e la stessa Turchia condannano l’attacco israeliano senza tuttavia assumere misure concrete. Il Pakistan, al contrario, ha espresso pieno sostegno all’Iran e invocato l’unità dei Paesi musulmani dinnanzi all’affronto israeliano. Cina e Russia, dal canto loro, hanno condannato l’attacco israeliano in sede Onu, mentre il presidente Putin si accredita come mediatore tra Tel Aviv e Teheran incassando il sostegno di Trump. Il ministro degli Esteri tedesco Johann Wadephul ha dichiarato che «Israele ha diritto a difendersi», e che «la Germania, insieme alla Francia e alla Gran Bretagna, è pronta. Stiamo offrendo all’Iran negoziati immediati sul programma nucleare, e spero che l’offerta venga accettata […]. Un prerequisito chiave per raggiungere una pacificazione di questo conflitto è comunque dato dal fatto che l’Iran non rappresenti alcun pericolo per Israele e per l’Europa». Gli ha risposto il portavoce del Ministero degli Esteri iraniano Ismail Baqaei, attraverso un post su Twitter/X in cui si legge: «promemoria storico: la Germania ha scatenato due guerre mondiali. L’Iran ha ospitato gli ebrei in fuga da Hitler. Chiedete ai rifugiati polacchi e francesi che hanno ottenuto passaporti iraniani. Quelli che sono perennemente dalla parte sbagliata della storia farebbero meglio a rimanere in silenzio ora». Verso quale scenario ci stiamo orientando?
Gianandrea Gaiani

Giornalista, saggista e direttore della rivista «Analisi Difesa». Dal 1988 si occupa di analisi storico-strategiche, studio dei conflitti e reportage dai teatri di guerra. Dal 1991 al 2014 ha seguito sul campo i conflitti nei Balcani, Somalia, Iraq, Afghanistan, Sahara Occidentale, Mozambico e Sahel. È autore di numerosi volumi, tra cui Immigrazione. La grande farsa umanitaria (Aracne Editrice, 2017) e L’ultima guerra contro l’Europa. Come e perché tra Russia, Ucraina e Nato le vittime designate siamo noi (Il Cerchio, 2023).
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