Mentre approva la fornitura a Tel Aviv di munizioni pregiate necessarie a ricostituire le scorte israeliane intaccate nell’ambito del conflitto con l’Iran (che sembra aver puntato sull’acquisto dei caccia J-10 di fabbricazione cinese alla luce dei problemi per quanto riguarda l’acquisizione dei sistemi antiaerei russi S-400), l’amministrazione Trump sospende la consegna di missili intercettori all’Ucraina adducendo come motivazione la necessità di non assottigliare ulteriormente le proprie riserve. Si tratta di una vera e propria doccia fredda per il presidente Zelensky, he soltanto pochi giorni prima, in occasione del vertice Nato de L’Aja, aveva strappato al suo omologo statunitense Trump l’impegno a verificare se sussistessero le condizioni per trasferire a Kiev gli agognati sistemi Patriot. Il tutto mentre le forze russe incrementano la pressione lungo l’intera linea del fronte, e lanciano campagne di bombardamenti di rara intensità. Significativamente, nel documento redatto a margine del summit dell’Alleanza Atlantica non si fa alcuna menzione della “brutale e non provocata invasione russa dell’Ucraina”, né delle prospettive di integrazione di quest’ultima nella Nato.
Gianandrea Gaiani

Giornalista, saggista e direttore della rivista «Analisi Difesa». Dal 1988 si occupa di analisi storico-strategiche, studio dei conflitti e reportage dai teatri di guerra. Dal 1991 al 2014 ha seguito sul campo i conflitti nei Balcani, Somalia, Iraq, Afghanistan, Sahara Occidentale, Mozambico e Sahel. È autore di numerosi volumi, tra cui Immigrazione. La grande farsa umanitaria (Aracne Editrice, 2017) e L’ultima guerra contro l’Europa. Come e perché tra Russia, Ucraina e Nato le vittime designate siamo noi (Il Cerchio, 2023).
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