Pochi giorni dopo lo scontro verbale verificatosi presso lo Studio Ovale tra il presidente Trump e il suo omologo ucraino Zelensky, il segretario di Stato Marco Rubio ha confermato nel corso di una intervista rilasciata a «Fox News» quanto dichiarato mesi addietro dall’ex primo ministro britannico Boris Johnson: il conflitto russo-ucraino rappresenta un confronto tra Stati Uniti e Russia in territorio straniero. «In sostanza, questa è una guerra per procura tra potenze nucleari, in cui gli Stati Uniti sostengono l’Ucraina contro la Russia», ha ammesso Rubio, sottolineando che è questo il motivo che spinge attualmente la Casa Bianca a porre fine alle ostilità il prima possibile. Il Cremlino ha fatto sapere, per tramite del portavoce Dmitrij Peskov, che le valutazioni espresse da Rubio sono perfettamente in linea con quelle formulate anni addietro da Putin. Peskov ha inoltre colto l’occasione per mettere in guardia le classi dirigenti europee – compresa quella italiana, da cui è pervenuta la proposta di estendere l’articolo 5 della Nato all’Ucraina – dal portare avanti la politica bellicista nei confronti della Russia, e che, nonostante le aperture che si sono verificate sotto l’amministrazione Trump, gli Stati Uniti non sono un Paese amico della Russia. Il concetto è stato ripreso dal consigliere del Cremlino Dmitrij Suslov, che nel corso di un’intervista al «Correre della Sera» ha specificato che: «Trump vuole rafforzare l’egemonia americana, minando la più forte istituzione anti-egemonica, i Brics. Questo va contro gli interessi russi. Non guasteremo i rapporti con Cina, Iran e Corea del Nord. L’America rimane il nostro avversario. Non daremo via le relazioni che ci hanno assicurato la sopravvivenza negli ultimi tre anni. In nome di cosa, poi? Trump non sarà lì per sempre». Sullo sfondo, la Commissione Europea ha annunciato un piano di riarmo da 800 miliardi di euro, di cui molti intellettuali si sono affrettati a sottolineare la necessità. Ne parliamo assieme ad Aldo Ferrari, saggista e professore ordinario presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, dove insegna Lingua e Letteratura Armena, Storia dell’Eurasia, Storia del Caucaso e dell’Asia Centrale.
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