Nonostante la sua ostentata vicinanza a Donald Trump, il presidente argentino Javier Milei potrebbe non ricevere alcun trattamento preferenziale in materia tariffaria dalla Casa Bianca. L’innalzamento di barriere commerciali statunitensi rappresenta una minaccia assai significative per Buenos Aires, da un lato perché destinata a rendere più difficoltoso l’export verso gli Stati Uniti. Dall’altro, perché la linea protezionista spostata da Trump favorisce la rivalutazione del dollaro, e qualcosa come il 55% dei titoli di debito emessi dall’Argentina sono denominati in valuta statunitense. Allo stesso tempo, però, l’Argentina di Milei rappresenta un elemento chiave nell’ambito della nuova Dottrina Monroe enunciata de facto da Trump con le uscite nei confronti di Canada, Panama e Groenlandia, e potrebbe pertanto ricevere un trattamento diverso rispetto a quello riservato dall’attuale amministrazione a Paesi come Messico e Colombia. Parliamo di tutto questo assieme a Rosa Scamardella, studiosa di questione geostrategiche con particolare riferimento all’America Latina.
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