L’elezione di Donald Trump ha suscitato reazioni di segno opposto. Alcune compagini considerano il magnate newyorkese un personaggio divisivo e portatore di una visione politica estremamente pericolosa per la tenuta degli equilibri interni e la stabilità internazionale. Altri identificano invece in Trump la figura chiave di un cambio di paradigma assolutamente necessario, in grado di imprimere una svolta positiva non soltanto agli Stati Uniti ma all’Occidente nel suo complesso invertendo o quantomeno rallentando la traiettoria declinante disegnata dalla parte di mondo in cui viviamo. Analizziamo le origini di queste tendenze opposte, ma identiche nelle loro radici fondamentali, suscitate dalla vittoria di Trump alle presidenziali statunitensi assieme a Valentina Ferranti, antropologa, insegnante e saggista.
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