I colpi di roncola che l’amministrazione Trump sta sferrando contro la macchina burocratico-operativa del governo statunitense sotto la supervisione di Elon Musk e di quelli che il «Times» britannico ha definito “assassini con la faccia da bambino”, piazzati all’interno del neonato Dipartimento per l’Efficienza Governativa, sta sollevando un vero e proprio polverone sulle attività occulte condotte in giro per il mondo da agenzie che a livello di mandato dovrebbero occuparsi di tutt’altro. È indubbiamente il caso dell’Usaid, di cui l’attuale governo ha imposto il congelamento in vista di un suo ridimensionamento o addirittura – giudici statunitensi permettendo – di uno scioglimento tout court. L’agenzia è stata istituita per fornire assistenza umanitaria in oltre 100 Paesi nel mondo, ma secondo i documenti pubblicati di recente, ha svolto centinaia di attività a dir poco controverse in numerosi Paesi attingendo a un budget di oltre 46 miliardi di dollari. Una delle principali attività svolte dall’Usaid prevedeva il finanziamento, diretto o indiretto, di presunti enti benefici e mezzi di comunicazione spacciati per “indipendenti”. Reporter Senza Frontiere ha rivelato che l’agenzia ha finanziato 6.200 giornalisti, 707 organi di informazione privati e 279 Organizzazioni Non Governative (Ong) collegate al mondo dei media in più di 30 Paesi nel 2023. Il centro studi ucraino Institute of Mass Information (Imi), dal canto suo, ha calcolato che quasi il 60% dei media ucraini potrebbe smettere di funzionare a causa della sospensione dei finanziamenti statunitensi, mentre un altro 30% potrebbe incontrare comunque grosse difficoltà a rimanere in piedi. Come interpretare questi sviluppi? Cerchiamo di farlo assieme a Roberto Vivaldelli, giornalista e saggista.
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