A Riad, proseguono i colloqui tra negoziatori statunitensi e russi per definire una conclusione concordata al conflitto in Ucraina, nell’ambito di trattative da cui sono stati esclusi sia i rappresentanti europei che il governo di Kiev. Parallelamente, il presidente Trump rilascia una serie di esternazioni pubbliche di fuoco nei confronti del suo omologo ucraino Zelensky, identificato come principale responsabile della situazione disastrosa in cui sta sprofondando il suo Paese. Il segretario di Stato Marco Rubio, intanto, si è occupato di inviare un chiaro messaggio agli europei riunitisi a Parigi nell’ambito di un tragicomico vertice organizzato dal presidente Macron per concordare la prosecuzione del sostegno a Kiev alla luce del cambio di registro statunitense. Parallelamente, riporta il «Financial Times» sulla base di confidenze rese da ben cinque funzionari occidentali, gli Stati Uniti si sono opposti a definire la Russia “aggressore” in una dichiarazione del G-7 in occasione del terzo anniversario dello scoppio della guerra. Ma c’è di più. La «Bild» ha riportato che Trump e Putin starebbero addirittura negoziando la rimodulazione della presenza statunitense in Europa e dello schieramento delle infrastrutture militari della Nato situate a ridosso dei confini russi, cosa che Mosca aveva vanamente proposto alle controparti nel dicembre 2021. Le indiscrezioni del giornale tedesco risultano avvalorate dal contenuto di un post pubblicato su Twitter/X da Mika Aaltola, europarlamentare finlandese, ex direttore del Finnish Institute of International Affairs, docente presso l’Università di Tampere e candidato indipendente alla presidenza della Finlandia alle elezioni presidenziali del 2024 noto per le sue posizioni particolarmente ostili verso la Russia. «Gli Stati Uniti – ha scritto Aaltola – ci hanno concesso tre settimane per concordare le condizioni della resa dell’Ucraina. Altrimenti, si ritireranno dall’Europa. Trump dà priorità alle preoccupazioni della Russia in materia di sicurezza, sia ora che in futuro. Abbiamo tre settimane per crescere». Sul post è tornata anche la rivista «Newsweek», la quale ha precisato che secondo voci trapelate dai corridoi di Washington il Segretario alla Difesa Pete Hegseth avrebbe comunicato ai funzionari ucraini durante un incontro a porte chiuse che gli Stati Uniti potrebbero ridurre significativamente la propria presenza militare in Europa. Ne parliamo assieme a Jacques Baud, saggista ed ex colonnello dell’intelligence svizzera specializzato in questioni russe ed europee, con impieghi presso la Nato e le Nazioni Unite.
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