Nei giorni scorsi si è tenuta l’edizione del 2025 della Conferenza per la Sicurezza di Monaco, convegno internazionale di grande rilevanza che ha già registrato interventi di grandissimo impatto come quello pronunciato dal presidente Putin nel 2007. In questa occasione sono intervenuti in qualità di relatori personalità di spicco dello spazio transatlantico come il cancelliere Olaf Scholz, il ministro degli Esteri Annalena Baerbock, la presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen, l’Alto Rappresentante per la Politica Estera dell’Unione Europea Kaja Kallas, il senatore repubblicano Lindsey Graham e, soprattutto, il vicepresidente degli Stati Uniti Jd Vance. Quest’ultimo ha pronunciato un discorso durissimo nei confronti dell’Europa, accusandola di essersi allontanata dai “valori tradizionalmente condivisi” in materia di immigrazione e libertà di espressione. «La libertà di parola – ha dichiarato Vance – è in ritirata e nell’interesse della cortesia, amici miei, ma anche nell’interesse della verità, ammetterò che a volte le voci più forti a favore della censura non sono arrivate dall’Europa, ma dal mio stesso Paese, dove la precedente amministrazione ha minacciato e intimidito le aziende di social media affinché censurassero la cosiddetta disinformazione. Disinformazione, come, ad esempio, l’idea che il coronavirus fosse probabilmente trapelato da un laboratorio in Cina. Il nostro stesso governo ha incoraggiato le aziende private a mettere a tacere le persone che osavano pronunciare quella che si è rivelata una verità ovvia. Quindi oggi vengo qui non solo con un’osservazione, ma con un’offerta. E proprio come l’amministrazione Biden sembrava disperata nel voler zittire le persone che esprimevano le proprie opinioni, così l’amministrazione Trump farà esattamente l’opposto, e spero che potremo lavorare insieme su questo. A Washington c’è un nuovo sceriffo in città. E sotto la guida di Donald Trump, potremmo non essere d’accordo con le vostre opinioni, ma combatteremo per difendere il vostro diritto di fare offerte nella pubblica piazza. D’accordo o in disaccordo. Ora, siamo al punto, ovviamente, che la situazione è peggiorata così tanto che questo dicembre, la Romania ha annullato direttamente i risultati di un’elezione presidenziale sulla base dei deboli sospetti di un’agenzia di intelligence e dell’enorme pressione dei suoi vicini continentali […]. Puoi credere che sia sbagliato che la Russia acquisti pubblicità sui social media per influenzare le tue elezioni. Noi certamente lo facciamo. Puoi condannarlo sulla scena mondiale, persino. Ma se la tua democrazia può essere distrutta con poche centinaia di migliaia di dollari di pubblicità digitale da un Paese straniero, allora non era molto forte». Vance ha quindi rivolto aspre critiche all’indirizzo dei politici dell’Unione Europea e della Gran Bretagna, per aver perseguito «vecchi interessi radicati nascosti dietro brutte parole dell’era sovietica come disinformazione», accusandoli di non aver tenuto in debita considerazione gli interessi degli elettori. Ha infine messo in chiaro che, qualora questa tendenza dovesse persistere, «non c’è nulla che l’America possa fare per voi». Significativamente, durante la cerimonia di chiusura, il presidente della Conferenza per la Sicurezza di Monaco Christoph Heusgen, funzionario “rodato” con trascorsi come ambasciatore tedesco negli Stati Uniti e consigliere del cancelliere Angela Merkel, è scoppiato in lacrime nell’esprimere – tra gli applausi del pubblico – il timore che «la nostra base di valori comuni non sia più così comune», alla luce dell’intervento dirompente di Vance. Prima di ufficializzare le proprie dimissioni e cedere il testimone all’ex segretario generale della Nato e attuale presidente del Bilderberg Club Jens Stoltenberg, Heugsen ha rilevato che «il nostro ordine internazionale basato sulle regole è sotto pressione», evidenziato che questo ordine è «facile da distruggere […] e molto più difficile da ricostruire» ed esortato i funzionari occidentali a mantenere il proprio impegno a supporto dell’Ucraina, tessendo allo stesso tempo gli elogi del presidente Volodymyr Zelensky come difensore dello stile di vita occidentale. Elon Musk, a capo del neonato Dipartimento per l’Efficienza Governativa, ha liquidato come patetica la performance di Heusgen, definita invece dalla portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova come il culmine di una «festa per bambini in un reparto psichiatrico», alla luce dei parallelismi storici tracciati da diversi oratori tra la situazione attuale e l’accordo di Monaco del 1938. Cerchiamo di tirare un bilancio dell’edizione del 2025 della Conferenza per la Sicurezza di Monaco assieme a un osservatore privilegiato che ha presenziato all’evento in prima persona. Si tratta di Maurizio Boni, generale di corpo d’armata, giornalista, saggista e collaboratore della rivista «Analisi Difesa». Ha ricoperto numerosi incarichi, tra cui vicecomandante dell’Allied Rapid Reaction Corps di Innsworth, capo di stato maggiore del Nato Rapid Reaction Corps Italy di Solbiate Olona, capo reparto pianificazione e politica militare dell’Allied Joint Force Command Lisbon a Oeiras e vicecapo reparto operazioni del Comando Operativo di Vertice Interforze a Roma.
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