I negoziatori statunitensi e russi sono arrivati a Riad per intavolare una trattativa volta a porre fine al conflitto in Ucraina. Dai colloqui sono stati esclusi sia i rappresentanti europei che il governo di Kiev. Secondo quanto riportato da «Bloomberg» sulla base di confidenze rese da anonimi funzionari addentro alla questione, il principe Mohammed Bin-Salman aveva intenzione di invitare anche il presidente Zelensky al tavolo dei negoziati, ma russi e statunitensi erano contrari. A precisa domanda postagli nel corso di una conferenza stampa, il presidente Trump ha risposto che, anziché irritarsi per l’esclusione, il governo ucraino dovrebbe ricordarsi di aver avuto tre anni di tempo per negoziare. Simultaneamente, l’interesse espresso dallo stesso Trump nei confronti delle materie prime critiche ucraine si è concretizzato in una sorta di contratto capestro proposto o imposto a Kiev, di cui il «Telegraph» britannico ha riportato alcuni dettagli. La bozza sottoposta a Zelensky implicherebbe infatti la cessione agli Stati Uniti, a mo’ di indennizzo per l’assistenza militare e finanziaria erogata finora a beneficio di Kiev, di riserve di minerali strategici, petrolio, gas e strutture portuali per un controvalore di 500 miliardi di dollari. Il segretario di Stato Marco Rubio, intanto, si è occupato di inviare un chiaro messaggio agli europei riunitisi a Parigi nell’ambito di un tragicomico vertice organizzato dal presidente Macron per concordare la prosecuzione del sostegno a Kiev alla luce del cambio di registro statunitense. «L’America – ha dichiarato Rubio – deve sfruttare l’incredibile opportunità di collaborare con la Russia a livello geopolitico, su questioni di interesse comune, e francamente anche a livello economico, su questioni che, si spera, si riveleranno positive per il mondo, e migliorare le relazioni tra due importanti Paesi». Sul punto, la rivista «Politico» ha riportato che, stando a quanto dichiarato da un negoziatore russo presente agli incontri in Arabia Saudita, Russia e Stati Uniti hanno discusso di una possibile cooperazione energetica nella zona dell’Artico. Si sta parlando anche di ripristinare il personale presso le rispettive ambasciate, nel contesto di un piano di normalizzazione di rapporti bilaterali. Verso quale scenario ci stiamo orientando? Cerchiamo di comprenderlo assieme a Gianandrea Gaiani, giornalista, saggista e direttore della rivista «Analisi Difesa».
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